Garbagnate, Ennio Preatoni, il recordman dei 100 metri si racconta al Notiziario.
Ennio Preatoni, cittadino garbagnatese, è stato un campione di atletica leggera, “sprinter” primatista italiano negli anni ’70. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua vita.
Quale è stato il contesto in cui è emersa la passione per lo sport?
“Fin da ragazzo avevo mostrato caratteristiche di velocità, vincendo gare scolastiche, ma la vera spinta fu vedere la vittoria entusiasmante di Berruti alle Olimpiadi di Roma nel 1960”.
Come ha reagito la sua famiglia alla notizia di fare dello sport in modo agonistico?
“La mia famiglia non mi ha mai ostacolato; mio papà era profondamente orgoglioso delle mie prestazioni”.
Quale è stato il percorso atletico?
“Da sprinter ho gareggiato nei 100, 200 metri e relative staffette. In nazionale ero prevalentemente selezionato per le gare dei 100 metri e in questa specialità nel 1970 ho stabilito a Madrid il record italiano in 10 secondi e 2 decimi. Nei mesi invernali, essendo allora le piste in terra rossa e quindi gelate, la preparazione si svolgeva prevalentemente in palestra con poche estemporanee uscite all’aperto, basate su corse di lunga durata”.
La preparazione odierna degli atleti è simile ad allora o è anacronistico fare un confronto?
“La preparazione attuale dei migliori sprinter è assolutamente diversa, poiché si basa sulle nuove metodiche di lavoro che, come tecnico, ho contribuito a migliorare”.
Qualche rammarico per la scelta agonistica?
“Un piccolo rimpianto c’è, per non aver potuto applicare le metodiche, adesso in uso, con le quali avrei forse potuto avere migliori risultati. Essendo di muscolatura naturalmente massiccia, non mi è stato mai suggerito un potenziamento specifico, adeguato alla mia struttura”.
Quali i momenti sportivi più belli?
“I momenti più rilevanti della mia attività sono stati come atleta, la partecipazione a tre finali olimpiche: Tokyio 1964 a 18 anni, Messico 1968 e Monaco 1972; il titolo mondiale nella 4×100 alle Universiadi di Tokyo nel 1967; la medaglia di bronzo nella 4×100 agli Europei di Helsinki nel 1971. Ricordo anche i record italiani nei 100 metri e staffette, unitamente ai vari titoli italiani individuali. Gratificanti sono state le numerose esperienze in campo internazionale come tecnico, responsabile del settore assoluto di velocità e ostacoli: memorabile il secondo posto ai primi Campionati del mondo di Helsinki con la 4×100 da me allenata nel 1983. Allora il successo aveva come ricaduta solo la gratificazione personale e l’ammirazione dei cultori dell’Atletica; ricevevo un piccolo rimborso dalla mia Società e tante coppe e medaglie di valore simbolico”.
Il recordman Preatoni racconta la sua Garbagnate al Notiziario
E a Garbagnate?
“Nemo profeta in patria est. Ho ricevuto due riconoscimenti: durante la fase agonistica dall’Oratorio e dalla mia Città solo anni dopo aver terminato la mia carriera agonistica in una serata di tema sportivo. Ricordo con affetto Mario Montrasi, allora titolare del Bar Conca Verde, che mi regalò una medaglia d’oro per il record italiano del 1970. Lo sport mi ha dato la possibilità di viaggiare, di incontrare molte realtà diverse, ma soprattutto di avere rapporti umani significativi e arricchenti.
Durante l’attività agonistica sono riuscito a continuare e terminare gli studi universitari. Ho frequentato l’università, laureandomi prima all’Isef dell’Università Cattolica di Milano, rimanendovi, per 40 anni, come Docente e poi in Scienze Motorie a Tor Vergata e a Lione. Al termine della mia attività agonistica ho anche insegnato per dieci anni all’Istituto “Lagrange” di Quarto Oggiaro, dove ho avviato all’atletica l’allievo Mauro Zuliani, che ho portato a raggiungere il traguardo del record italiano dei 400m. e la medaglia di bronzo nella 4×400 alle Olimpiadi di Mosca nel 1980”.
Oggi come impiega le giornate?
“Ora faccio il nonno di tre splendidi nipotini e in atletica sono consulente di alcuni atleti per la preparazione specifica”. Quindi, da militante dello sport cosa possiamo consigliare ai nostri lettori? “Tutti sappiamo quanto valore abbia l’attività fisica, che gioca un ruolo importante sulla salute sia fisica sia psichica. Consiglierei quindi a tutti i genitori di stimolare i figli alla pratica di qualsiasi sport anche in forma non agonistica. Non si deve, infatti, assolutamente esasperare la prestazione dei ragazzi per ottenere inconsciamente obiettivi non raggiunti dai genitori”.
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