Abitavano poco distanti Roberta e Valentino, lei ad Arese, lui a Garbagnate e le loro vite sono state interrotte a causa di chi si è messo al volante quando non era nelle condizioni di farlo.
Tragedia di Garbagnate, le parole della mamma di Roberta, investita e uccisa nel 2008
Abbiamo raccolto le parole della mamma di Roberta, Rosa Cangiano, che ha creato l’associazione “Roberta Caracci”. La giovane come molti ricorderanno è morta a soli 24 anni il 31 ottobre del 2008 investita da un criminale che guidava senza patente, perché gli era stata ritirata, e in stato psicofisico alterato per aver assunto un mix di alcol e cannabis. La mamma di Roberta da anni è impegnata nel portare nelle scuole messaggi di sensibilizzazione per evitare che queste tragedie possano ripetersi. Ecco le sue parole.
“La tragedia di Garbagnate mi ha scosso profondamente.
Ancora una volta un uomo senza scrupoli, con la sua superficialità e menefreghismo, ha spezzato la vita di un ragazzo e cambiato quella di un’intera famiglia che vivrà nel dolore per sempre.
Tutto questo è l’ennesima dimostrazione che il problema inerente alla sicurezza stradale non è per nulla risolto, anzi, gli incidenti causati da alcol e droga sono in aumento. Perché? Io la domanda me la pongo.
Incidente di Garbagnate: “Facciamo abbastanza per evitare che tutto questo accada?”
Ho letto che l’uomo al volante era recidivo, proprio come colui che ha ucciso la mia Roberta. Cosa è cambiato in 15 anni? Facciamo abbastanza per evitare che tutto questo accada?
Trovo le nostre leggi ancora troppo “morbide”, forse dovremmo essere un po’ più severi in proposito, ma credo molto anche nella prevenzione. Inculcare, fin da piccoli, nei ragazzi la consapevolezza di cosa può accadere mettendosi alla guida ubriachi, drogati o guardando il cellulare. Bisogna far davvero “vivere” il danno che si può procurare a se stessi e agli altri. La sicurezza deve diventare uno stile di vita.
Io, nel mio piccolo, con la sezione Roberta Caracci dell’Associazione Flavio Arconzo, ci provo. Da anni siamo nelle scuole con il supporto della Polizia di Stato per sensibilizzare verso questo problema. Ho cercato di trasformare il mio enorme dolore in forza perché la mia speranza è poter aiutare a far sì che non ci siano famiglie distrutte dall’incoscienza altrui.
Ogni volta che al telegiornale sento tragedie come questa dell’altra sera, vacillo un po’, anche perché il mio dolore non mi abbandona mai e faccio molta più fatica a sperare, ma poi ripenso a tutti quegli occhi che mi guardano quando racconto la storia di Roberta, rivedo la loro commozione e allora raccolgo le forze e mi dico che la nostra speranza sono loro, i nostri ragazzi”.
Manuela Miceli
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube