Scoperto l’autore della falsa confessione di un omicidio sulla scheda elettorale a Villasanta: rischia da uno a tre anni di reclusione. Un anno fa a Villasanta (Monza e Brianza), durante lo spoglio delle elezioni politiche, su una scheda elettorale fu trovato scritto: “Ho ucciso un uomo è in un cantiere, dategli sepoltura cristiana”.
Un messaggio che non poteva essere ignorato. Infatti, partì la segnalazione alla Procura e scattarono le indagini, durate quasi un anno, durante le quali sono anche state raccolte le impronte digitali di tutti i votanti di quella sezione. Alla fine l’autore del messaggio si è costituito e si è scoperto che il contenuto del messaggio era falso. Nessun omicidio, nessun cadavere da trovare e avviare a “sepoltura cristiana”. L’uomo, un 31enne del posto, dovrà però rispondere di “autocalunnia”.
Lui lo ha definito un “gesto di protesta, una azione contro il sistema”, prima di scusarsi ripetutamente con gli inquirenti che ormai avevano stretto il cerchio attorno al 31enne incensurato che nella vita si occupa di trasporto di soggetti fragili e malati.
Falso omicidio confessato sulla scheda elettorale: “Un gesto di protesta”
“Ho scritto di getto, la prima cosa che mi è venuta in mente” -avrebbe dichiarato agli inquirenti che lo interrogavano. Si è anche messo a disposizione per compiere lavori utili come gesto di riparazione. Su questo, naturalmente, dovrà esprimersi un giudice.
Tutto è iniziato nella notte del 25 settembre 2022, quando all’interno del seggio numero 5, nella scuola Oggioni di Villasanta, aprendo e leggendo le schede elettorali per lo scrutinio dei voti, si imbattono in questo messaggio inquietante: “Per le forze dell’ordine, ho ucciso un uomo. È seppellito in un cantiere area nord. Date lui sepoltura cristiana”.
Prese le impronte a tutti i votanti della stessa sezione
Di fronte ad un messaggio del genere, l’inchiesta si apre in automatico. Iniziano le indagini e pure le ricerche dirette del presunto cadavere: vengono effettuati anche degli scavi campione in una zona al confine con Arcore ma senza esito.
Sì è cominciato anche a raccogliere le impronte di quanti si erano recati a votare quel giorno per confrontarle con quelle lasciate dall’autore sulla scheda. Il 31enne era già stato convocato dagli inquirenti per registrare la propria impronta. Poi non ha retto la pressione e ha confessato.
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