Nasceranno davvero più bambini dopo il lockdown?
Chissà quanti tra noi si sono fatti questa domanda: il lockdown porterà più figli alla canonica distanza di 9 mesi?
La risposta a questa domanda non solo solletica la curiosità ma ci porta ad affrontare un tema molto spinoso per un paese “vecchio e poco fecondo” come quello in cui viviamo.
Nascite e lockdown, ricerca dell’università Bocconi di Milano e dell’Università di Firenze
Secondo Alessandro Rosina e Francesca Luppi dell’Università Cattolica di Milano, la crisi sanitaria causata da Covid-19 e? La peggiore dal secondo dopoguerra in Europa e in gran parte delle economie avanzate.
Al di là dei fortissimi costi pagati in termini di vite umane, questa emergenza ha generato un clima di profonda incertezza che potrebbe spingere molti potenziali genitori italiani a rimandare la decisione di avere figli, se non a rinunciarvi.
Questo è vero non solo, spiegano Letizia Mencarini della Bocconi e Daniele Vignoli dell’Università di Firenze, perché vi sarà una minore propensione media ad avere figli, ma anche perché il numero dei potenziali genitori in età fertile è in costante calo.
Man mano che le donne del cosiddetto baby boom (coloro che sono nate tra il 46 e il 64) escono dall’età fertile, sono rimpiazzate da coorti di donne sempre più piccole.
E se ci sono meno potenziali madri (e padri) non possono che nascere meno bambini.
Questa “trappola demografica” attanaglierà il nostro paese nei prossimi anni e verosimilmente non vedrà un’inversione dovuta ad un aumento di nascite causate dal tempo “in più” che i coniugi hanno trascorso insieme durante il lockdown.
Non solo ma, continuano Mencarini e Vignoli, nel breve periodo mancheranno anche le nascite dovute alla procreazione assistita che è stata largamente sospesa in questi mesi.
Le conseguenze di un calo continuo della fecondità sono deleterie per la società e per l’economia e non possono essere dimenticate. Meno figli significa meno persone che pagheranno le tasse nel futuro per sostenere i servizi giustamente richiesti da un numero sempre più grande di anziani.
Meno nascite, sistema pensionistico in crisi
È in gioco la sostenibilità del sistema pensionistico e di quello sanitario. Cosa fare allora? Investire sui bambini, ora non dopo.
Investire sulle famiglie, sugli asili, su progetti di inserimento lavorativo per le madri.
Non esiste una ricetta unica, tanta fantasia e speranza nel futuro che, non dimentichiamolo, è l’unico regalo che possiamo lasciare proprio a loro: ai nostri figli.
Valentina Rotondi, ricercatrice Oxford University
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