Una volta, quando ero bambino, il giorno delle elezioni era una data importante, quasi una festa. C’era movimento, agitazione, a volte perfino tensione… e per chi raggiungeva per la prima volta la maggiore età era un po’ come il battesimo del fuoco poter andare a votare, magari con in tasca le istruzioni di papà per non sbagliare…
In cinquant’anni il mondo è completamente cambiato. Adesso se chiedete a un neo diciottenne che emozione prova a poter votare per la prima volta, probabilmente vi risponderà: “Perchè? Si vota? E cosa si vota?”, o peggio: “Io non vado a votare perché mi fanno tutti schifo”.
Vedendo questa situazione mi viene in mente l’Impero Romano e la sua triste decadenza: le generazioni del passato hanno provato l’amaro sapore di vivere senza libertà, hanno sofferto, lottato e compiuto sacrifici per conquistare, difendere e far crescere la democrazia. E il voto ne era la massima espressione. Le nuove generazioni quelle sofferenze non le hanno né vissute né sentite dai propri genitori: non le conoscono e danno tutto per scontato. Proprio come i Romani quando, dando per scontata la loro forza, cominciarono il declino.
Sabato e domenica si vota, è un voto importante per cercare di mandare in Europa gente competente che difenda gli interessi italiani e non delle lobby. Perchè votare è importante? Perché i gruppi di potere, le lobby ma anche le mafie mandano sempre i loro scagnozzi a votare: se noi non ci andiamo, alla fine viene eletto chi vogliono loro.
Piero Uboldi
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