
Io, lo dico con franchezza, in fondo in fondo sono un complottista. Sì, nel senso che sin da bambino, quando mio padre mi faceva seguire i telegiornali e il maestro ci faceva leggere i quotidiani a scuola, ho imparato l’importanza di informarsi, ma anche di ragionare sulle notizie e capire che cosa si nasconde dietro. Perchè a volte certe informazioni sono orientate a fini che noi non vediamo.

Da “complottista”, dunque, vi dico che mi sono vaccinato: prima, seconda e anche terza dose, perché dietro ai vaccini non vedo nessun complotto. Ci vedo però una gran confusione, perché si sta combattendo un nemico che non si conosce, che si scopre giorno dopo giorno, mutazione dopo mutazione. Adesso, lo scriviamo anche noi, ci sono una marea di contagi, ma, in proporzione, pochissimi ricoveri. E sono in gran parte non vaccinati. Non lo scrivo perché lo dicono i soloni, lo scrivo perché è vero, perché a pagina 59 lo dice il direttore della Misericordia di Arese (leggetelo), una di quelle associazioni di volontari che corrono nelle nostre case quando c’è da salvare la vita a uno di noi. E io gli credo.
Adesso qualche Stato vorrebbe trattare il Covid Omicron come un’influenza: se lo prendi, stai a casa e ti curi, senza drammi nè psicosi. Sarebbe giusto, se fossimo tutti vaccinati. Ma non è così. E allora è giusto trattare il Covid come un’influenza rischiando di far morire tanti “no vax”? Molti di voi risponderanno di sì, ma la questione non è così semplice.
Piero Uboldi
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube