Mi sono commosso lunedì sera ad ascoltare sul primo canale della Rai il concerto di Sant’Ambrogio trasmesso dalla Scala di Milano. Un concerto senza pubblico e senza applausi ad accompagnare le splendide esibizioni degli artisti. Mi sono commosso da milanese (dell’hinterland) e da italiano.
La musica lirica è patrimonio della nostra nazione, ci sono giovani artisti di tutto il mondo che studiano la lingua italiana proprio per comprendere la lirica. La lirica dovrebbe essere insegnata nelle scuole, ma purtroppo non avviene.
Ma lunedì mi sono commosso anche ad ascoltare la narrazione del ritorno di Arturo Toscanini a dirigere nella sua Scala, ricostruita a tempo di record, nel 1946. Quel concerto fu l’emblema della rinascita di Milano, una rinascita di cui abbiamo tanto bisogno anche oggi.
Certo, il Covid non è la guerra, le macerie dei bombardamenti sono ben altra cosa rispetto alle macerie psicologiche in cui ci dibattiamo oggi; l’amara oppressione degli attuali vincoli anti contagio è ben poca cosa rispetto all’oppressione di una dittatura, ma oggi la nostra società ha dinamiche molto più complesse di allora e il bisogno di rinascita è perciò altrettanto forte. Nel 1946 ricostruimmo la Scala a tempo di record, oggi dobbiamo ricostruire la solidità della nostra economia. Sperando poi di trovare un Arturo Toscanini che la sappia dirigere.
Piero Uboldi
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