Il presidente della Federcalcio italiana, Carlo Tavecchio, è stato squalificato per 6 mesi dalla Uefa dopo aver pronunciato una deprecabile frase in cui definiva “mangia banane” un calciatore africano. Giusta la sanzione europea, perché certi errori non si possono commettere. Come è giusto che noi giornalisti abbiamo regole ferree imposte dal nostro Ordine quando parliamo dei migranti: basta un minimo di superficialità, infatti, per accendere il fuoco del razzismo.
Tuttavia, c’è un errore di fondo in tutte queste Istituzioni: l’errore di credere che, per reprimere l’odioso razzismo, basti non pronunciare alcune parole, basti nascondere un sentimento che, purtroppo, serpeggia in molte persone. In realtà, per evitare che in Italia il razzismo esploda (e prima o poi potrebbe succedere, perché la nostra sensazione è che stia crescendo) non è sufficiente usare linguaggi appropriati, occorre che si cominci a imporre il rispetto delle regole. Troppa gente, infatti, è superficiale: se vede una persona di colore per strada, la identifica come un venditore abusivo, se vede un nordafricano, pensa a uno spacciatore, se vede un romeno, teme che sia un ladro… Questo offende la nostra intelligenza ma offende innanzitutto i moltissimi stranieri onesti, che rispettano le regole imposte dalla legge italiana: sono loro i primi a chiedere che in Italia si facciano rispettare le regole a tutti, per evitare che la gente generalizzi giudizi errati e il seme dell’odio continui a crescere.
Piero Uboldi
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