Assicurazione pagate ma mai attivate dal sub-agente infedele: una truffa da 1,2 milioni di euro ai danni di numerosi residenti a Saronno e comuni limitrofi.
Oltre che sul piano penale, per il quale sono già in corso procedimenti giudiziari, il sub-agente dovrà rispondere anche di evasione fiscale.
Il meccanismo truffaldino, scoperto dalla Guardia di Finanza della compagnia di Saronno, a cui si sono rivolti numerose vittime, era molto semplice e consisteva nel confezionare polizze assicurative fasulle, predisposte al solo fine di intascare e appropriarsi dei relativi premi assicurativi, con la spiacevole conseguenza per gli ignari clienti – peraltro vittime della fiducia accordata all’assicuratore – convinti di avere in mano una polizza pagata ma, di fatto, privi di ogni forma di copertura assicurativa.
Tutta la documentazione acquisita e analizzata dai militari nel corso delle perquisizioni e delle indagini disposte dall’Autorità Giudiziaria, ha consentito di definire i contorni di questa vicenda, rendendo possibile la identificazione della maggior parte dei clienti truffati e di quantificare il consistente giro d’affari illecitamente conseguito, suscettibile di inquinare il tessuto economico legale.
Le investigazioni sono state sviluppate anche sotto il profilo economico – finanziario con l’ausilio delle indagini bancarie per intercettare i flussi finanziari generati dal sistema truffaldino posto in essere ed hanno riguardato l’individuazione delle movimentazioni finanziarie transitate
sui conti correnti, consentendo di svelare una perdurante condotta illecita posta in essere dall’indagato a danno dei numerosi clienti raggirati, dai quali aveva ricevuto le somme di denaro per il pagamento dei premi assicurativi.
Attraverso le prove raccolte, è stato scoperto che in minima parte le somme illecitamente sottratte e riscosse sono state restituite ai malcapitati nel corso delle investigazioni, mentre per la maggior parte sono state sperperate dal truffatore.
Oltre ai profili di tipo penale derivanti dalla commissione del reato di truffa aggravata e continuata, il soggetto adesso dovrà definire anche la propria posizione nei confronti dell’Erario.
Infatti, tutte le somme di denaro sottratte e non restituite agli ignari clienti, quantificate in oltre 550.000 euro, negli anni dal 2012 al 2015, costituiscono proventi illeciti realizzati senza il pagamento delle imposte, assoggettabili ad imposizione in quanto provento di reato.
Per tale motivo è stata interessata la competente Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione delle imposte evase e l’irrogazione delle relative sanzioni.
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