C’era un vero a proprio arsenale sottoterra in quello che fino a qualche mese fa era noto come il bosco della droga a Ceriano Laghetto, dentro il Parco delle Groane.
Continua ad allungarsi, giorno dopo giorno, la lista dei ritrovamenti con il metal detector nell’area compresa tra le due stazioni ferroviarie di Ceriano Laghetto.
Qui da più di 100 giorni non si vedono più né tossicodipendenti né spacciatori, grazie all’incessante opera di contrasto messa in campo prima dalle forze dell’ordine, con controlli, sequestri, arresti e denunce, poi con la presenza continuativa di volontari e Polizia Locale a presidiare sentieri del bosco e punti d’accesso.
Da quasi tre mesi, inoltre, insieme ai volontari del Gst e alla Polizia Locale, c’è anche “Serpico”, un volontario di cui si preferisce tutelare l’identità, che si è specializzato nell’utilizzo del metal detector grazie al quale riesce a riportare alla luce oggetti metallici sotterrati. In questo periodo ha trovato veramente di tutto, tra cui anche armi da fuoco, proiettili, armi da taglio e persino un quantitativo importante di cocaina.
Con l’ultimo aggiornamento, si è arrivati a ben 30 telefoni cellulari, quasi tutti con Sim, ben 10 bilance di precisione, 33 proiettili integri per pistola di diversi calibri e un totale di 25 armi da taglio tra macheti con lame da 40 e 50 cm, coltelli fissi e a serramanico, mannaia, falce e persino una spada di oltre un metro.
A questo si aggiunge una pistola scacciacani, un fucile a pompa, oltre a ricevitore gps, un computer portatile e anche alcuni documenti.
Oggetti sotterrati da spacciatori in fuga nel bosco
“Gli oggetti sono sotterrati a volte di pochi centimetri a volte anche fino a 30 centimetri, dipende dal tempo che hanno avuto gli spacciatori prima di scappare” -racconta Serpico. “Se sono di corsa magari inseguiti dalle forze dell’ordine, allora, fanno solo uno scavo superficiale utilizzando il tallone sul terreno morbido, gettano oggetti molto piccoli e poi coprono con la punta delle scarpe. Altre volte invece si vedono scavi più ampi e profondi, fatti con maggiore calma, per lasciare oggetti da riprendere magari l’indomani. Mi sono messo a fare questo perché vivo da sempre vicino a questi boschi, sono la mia terra, per la quale nutro amore e rispetto e questo è il mio modo di dimostrarlo”.
“Il lavoro svolto in questi 100 giorni dai volontari e dalla nostra Polizia Locale nel bosco è davvero impressionante” -aggiunge l’Assessore alla Sicurezza, Dante Cattaneo, spesso impegnato di persona in questa attività di “setaccio” del bosco. “La lista del materiale recuperato aiuta a capire cosa era diventato questo posto, quanto era pericoloso frequentarlo e quanto i delinquenti lo sentissero come il loro fortino. Ora tutto questo è finito, abbiamo cacciato gli spacciatori ma non possiamo ancora cantare vittoria, perché è importante continuare a far sentire la nostra presenza nel bosco, insieme a quella di tante persone, per riprenderci quello che è nostro, riscoprire e valorizzare quest’area meravigliosa e impedire ai delinquenti di tornare”.
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