
«Ciao a tutti, sono Fabio Anobile, atleta della nazionale italiana paralimpica. Siamo ormai in vista ormai dei giochi di Tokyo, vi aspettiamo numerosi. La mia gara su strada sarà il giorno 2 settembre, seguiteci». Al giovane campione, medaglia d’oro nella categoria C3 ai mondiali di paraciclismo il mese scorso a Cascais, in Portogallo, sono bastati tredici secondi di video pubblicati su Facebook per annunciare ai suoi followers l’importante appuntamento in programma nella capitale nipponica che ospiterà le Paralimpiadi dal 24 agosto al 5 settembre.
Tre giorni prima della cerimonia di chiusura l’atleta brianzolo pedalerà per provare a conquistare per l’Italia la medaglia d’oro: misintese, classe 1993, Fabio – oggi atleta della nazionale italiana – si è avvicinato al ciclismo paralimpico dopo l’incidente stradale che, a 16 anni, gli costò una parziale riduzione della flessione di una gamba. Tra il 2012 e il 2014 ha raccolto tre titoli italiani e da allora è entrato nel giro della Nazionale paralimpica, dove ha raggiunto prestigiosi piazzamenti fino a raggiungere lo scorso 13 giugno il primo posto. Nei giorni scorsi Anobile ha iniziato la preparazione la squadra azzurra di ciclismo a Rocca di Mezzo, comune montano a quasi duemila metri in provincia de L’Aquila. Per quanto riguarda il ciclismo “abbiamo ottenuti 8 pass per gli uomini e 3 per le donne – ha detto il commissario tecnico per il coordinamento del settore paralimpico Mario Valentini -. Speriamo di poterne ottenere altri 3 in base alla disponibilità degli organizzatori.” Intanto nel ritiro abruzzese con vista sul Gran Sasso, il giovane atleta metterà a fuoco la strategia migliore per superare sè stesso dopo il bronzo ottenuto cinque anni fa ai Giochi di Rio. Di seguito ecco l’intervista a Il Notiziario.net:
Fabio, dal calcio al tennis, dall’atletica al ciclismo…lo sport italiano sta vivendo un momento d’oro. Anche alla luce dell’esperienza Covid, come ti spieghi questi successi?
«L’emergenza Covid ci ha costretto a ripianificare programmi e obiettivi. Stavamo preparando una Olimpiade quindi non è stato un cambiamento da poco, inoltre abbiamo dovuto affrontare un lungo stop… più che sulla determinazione direi che l’esperienza ha alimentato una grande voglia di ripartire!».
Il 2 settembre 2021 gareggerai a Tokyo. Come ti stai preparando a questo importante appuntamento dal punto di vista atletico e mentale?
«Questi ultimi due mesi li passerò lontano da casa: sarò praticamente sempre in ritiro con i miei compagni di Nazionale nel cuore dell’Abruzzo. Seguirò gli allenamenti che mi fornirà il mio preparatore (Gionni Lessi ndr) e lavorerò molto anche sulla concentrazione».
Quanto ha influito la tua città, Misinto, sulla scelta di intraprendere questo sport?
«Della mia città c’è stato un signore, Vittorio Campi, che mi fece conoscere il mondo del ciclismo quando ancora ero piccolo. Da lì si accese in me una scintilla…».
Che consiglio daresti ad un giovane che si affaccia al ciclismo per la prima volta?
«Il ciclismo è uno sport che dà grandi soddisfazioni e libertà, ma è anche uno sport di fatica e sacrificio. Ai giovani consiglierei senz’altro di avvicinarsi al ciclismo, ma consiglierei loro anche di non dimenticare di divertirsi e di studiare».
Claudio Agrelli
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