Garbagnate, Chirurgia Vascolare: intervista al primario.
La chirurgia vascolare, come specializzazione medica, interessa numerosi soggetti. Il Notiziario ha intervistato il dottor Antonino Silvestro, Primario di Chirurgia Vascolare dell’Asst Rhodense, per far conoscere meglio ai propri lettori non solo l’esperienza del Primario ma anche i servizi che questo reparto offre.
Dottor Silvestro, ci parli di lei…
“Sono Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare dell’Asst Rhodense, che dirigo dal 2019. Sono messinese di nascita e qui ho intrapreso i miei studi universitari. Durante il corso di specializzazione in Chirurgia generale, sono rimasto affascinato dalla Chirurgia vascolare, in particolare dalla maestria del Prof. Francesco Spinelli, chirurgo vascolare di fama internazionale, che mi ha spinto ad intraprendere gli studi per una seconda specializzazione in chirurgia vascolare”.
Come sta cambiando la chirurgia nel suo settore di specializzazione con nuove metodiche e innovazioni tecniche?
“In effetti, negli ultimi anni l’innovazione tecnologica e i nuovi materiali stanno cambiando le tecniche di approccio alle patologie che affrontiamo ogni giorno. Le metodiche endovascolari mininvasive, ad esempio, ci consentono di trattare gli aneurismi dell’aorta, patologia mortale se non curata, senza effettuare incisioni chirurgiche, mediante l’introduzione di endoprotesi attraverso piccoli fori sulla pelle che possono essere rilasciate all’interno dell’arteria malata”.
Ha un aneddoto bello e positivo di relazione con un paziente che possa raccontare?
“Sì, mi viene in mente un episodio di una nostra paziente che è tornata recentemente per una visita di controllo dopo l’intervento per una patologia ostruttiva dell’aorta. Mi ha detto: ‘Dottore, grazie di cuore per avermi curato, erano anni che non riuscivo più a camminare per i forti dolori alle natiche e alle gambe. Non uscivo più di casa… ora, dottore, non mi fermo più: vado in montagna, faccio camminate anche di 10 chilometri senza stancarmi e senza dolore.’ Poi, il marito, presente alla visita, mi ha detto sorridendo: ‘Dottore, lei mi ha rovinato!’ Ho chiesto: ‘Come mai?’ E lui ha risposto: ‘Perché non riesco più a starle dietro… mia moglie non si ferma più!’”.
Quali sono gli hobby che riesce a coltivare nei brevi spazi di tempo libero?
“Purtroppo, questa è una nota dolente. Non riesco a coltivare hobby specifici. Il poco tempo libero lo dedico a mia figlia Irene Greta di 11 anni”.
Quali sono i problemi che maggiormente l’assillano nella conduzione del suo reparto?
“Il lungo periodo del Covid, le gravose condizioni di lavoro e le giornate stressanti vissute in corsia, le sfide di dover gestire anche situazioni fuori dalla nostra specializzazione, hanno portato i medici di molti reparti, incluso il nostro, a fare scelte diverse. Non solo il Covid, ma anche il periodo di difficoltà generale del sistema sanitario nazionale ha causato una carenza di personale, che rappresenta probabilmente il problema più significativo. Ciò ha avuto un inevitabile impatto sulle liste di attesa. Fortunatamente, con il supporto della Direzione Strategica, stiamo migliorando nell’assunzione di personale necessario, il che permetterà di ridurre significativamente le liste di attesa per visite e interventi. Ad esempio, nel nostro reparto sono stati assunti recentemente tre nuovi medici: il Dr. Tareq Khourieh, la Dr.ssa Erica Posca e, da pochissimo, il Dr. Marco Natola, proveniente dalla chirurgia vascolare del Policlinico Gemelli di Roma”.
Come vede, a un anno dal suo arrivo, il dottor Marco Bosio a capo della Direzione Generale? Quali cambiamenti ha apportato?
“Il Dr. Marco Bosio è un professionista competente con grande esperienza manageriale, avendo ricoperto incarichi direttivi in grandi ospedali come il Niguarda di Milano e il Policlinico Gemelli di Roma. Ritengo che sia un grande valore aggiunto per la nostra Asst Rhodense, e si nota chiaramente la sua attenzione ai bisogni sanitari del vasto territorio di riferimento. Tra i cambiamenti, ad esempio, c’è l’istituzione al CUP di uno sportello dedicato alla presa in carico dei pazienti che desiderano rivolgersi alla nostra azienda per esami, visite o interventi. Questo sportello ci permette di evitare che i pazienti debbano rivolgersi ad altre strutture per soddisfare le loro necessità di diagnosi e cura.”
Ci sono tempi di attesa per le operazioni programmate?
“Come dicevo prima, è naturale avere delle liste di attesa sia per le visite che per gli interventi. L’obiettivo aziendale è la riduzione delle stesse, per venire incontro alle necessità dei pazienti, ed è impegno comune fare tutto il possibile per raggiungere questo risultato”.
Garbagnate, Chirurgia Vascolare: intervista al primario. L’importanza della prevenzione
E’ importante la prevenzione?
“In Italia, le patologie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte. È essenziale, prima di intervenire chirurgicamente, correggere i fattori di rischio alla base di queste patologie croniche. Fattori come l’ipertensione, il diabete, il fumo e una dieta scorretta possono essere ‘controllati’, e il nostro impegno costante è fornire ai pazienti consigli diagnostico-terapeutici e comportamentali per ridurre questi fattori di rischio. Il trattamento chirurgico o endovascolare affronta le manifestazioni cliniche della patologia cronica, ma per mantenere i risultati raggiunti con la chirurgia è fondamentale ridurre o eliminare i fattori di rischio”.
Nel territorio tenete eventi sulla prevenzione?
“Sì, recentemente abbiamo partecipato alla rassegna ‘Vivere in salute’, con incontri per la popolazione sui temi delle patologie vascolari, come l’ictus ischemico causato da stenosi (restringimento) dell’arteria carotide, evento promosso e organizzato dal Dr. Sergio Felisi, medico di medicina generale di Garbagnate, sempre instancabilmente impegnato nella cultura sanitaria dei cittadini di Garbagnate”.
Un tempo, presso «il Salvini», la chirurgia vascolare rappresentava un’eccellenza a livello nazionale. Cosa dicono i dati di oggi?
“La chirurgia vascolare di Garbagnate è stata fondata nel 1965 dal Prof. Guido Tattoni, laureato all’Università di Catania e stimato allievo del Prof. Edmondo Malan, fondatore della chirurgia vascolare in Italia. È stato il primo reparto ospedaliero di chirurgia vascolare in Italia e il Prof. Tattoni è stato un pioniere nella chirurgia vascolare e nella flebologia. In quegli anni, in Lombardia c’erano solo due chirurgie vascolari, mentre oggi, fortunatamente per i pazienti, ce ne sono più di 40. Tra le motivazioni che mi hanno spinto a venire a lavorare a Garbagnate c’è proprio la grande esperienza e l’eccellenza raggiunta in questo reparto, che continua a offrire ai cittadini interventi chirurgici ad alta complessità, utilizzando le tecniche più avanzate e i materiali tecnologicamente più evoluti, ottenendo risultati di eccellenza in linea con le linee guida nazionali e internazionali”.
L’Intelligenza Artificiale sta entrando sempre più nella sanità. Anche nella chirurgia vascolare?
“Ad oggi, in reparto, disponiamo di software avanzati che ci consentono di ricostruire immagini radiologiche in 3D e di effettuare misurazioni precise, necessarie alla corretta pianificazione degli interventi. Non escludo che, in un futuro prossimo, l’IA possa migliorare l’efficacia e le informazioni fornite da questi software. Tuttavia, non credo che l’IA potrà mai sostituire il medico, che con la sua preparazione, frutto di studio, esperienza e confronto, ha l’obbligo di esaminare e curare ogni paziente, che è sempre diverso dagli altri.”
Come vede la preparazione dei nuovi operatori e medici, confrontata con quella dei suoi tempi?
“La differenza più evidente rispetto ai miei tempi è la facilità di accesso alle risorse scientifiche. Oggi, chiunque può consultare le riviste scientifiche e le pubblicazioni più aggiornate tramite internet. Inoltre, i medici hanno accesso a simulatori e software durante gli studi di specializzazione, che li preparano ad affrontare la realtà professionale con strumenti innovativi e metodi avanzati. Nonostante ciò, ritengo che il ruolo del medico rimanga centrale, con un impegno continuo per aggiornamenti e formazione. È la sola via per garantire l’efficacia delle cure”.
Perché alcuni articoli non sono firmati?
Perché sono il risultato di un lavoro collettivo.Dietro ogni notizia su queste pagine, ci sono giornalisti che da oltre 30 anni raccontano con passione la cronaca locale.
Quando un articolo non porta una firma, è perché è frutto del nostro impegno condiviso: un’informazione costruita insieme,
con la serietà che ci contraddistingue.
Edicola digitale | Canale Telegram





