Un fortissimo odore acre di plastica bruciata ha creato scompiglio anche nei comuni vicini all’ex Snia di Varedo, dove sabato scorso si è sviluppato un incendio in un capannone all’interno del quale erano stoccate tonnellate di rifiuti.
Intorno alle 17 e poi successivamente intorno alle 22, di ieri, domenica 26 settembre, l’odore ha avuto un picco, probabilmente a causa di un cambio di direzione del vento. I residenti di Limbiate, Bovisio Masciago, Solaro, preoccupati sulla natura del fumo e sulle conseguenze per la salute delle persone e sulle conseguenze che potrebbero esserci per gli animali e per la flora, tenendo conto anche la vicinanza del Seveso, hanno segnalato il tutto ai carabinieri e alla polizia locale dei rispettivi comuni.
Alle 12 di ieri, domenica 26 settembre, l’Arpa ha confermato che nel rogo non sono stati coinvolti rifiuti catalogati come tossici. Le rilevazioni strumentali proseguono ma rimangono nei livelli previsti per un incendio di tale portata senza riportare dei valori critici. “Nessun motivo di allarmismi o di evacuazioni in quanto non si stanno rendendo necessari” scrivono nella nota divulgata dal comune di Varedo, in prima linea già dai primi momenti con il sindaco Filippo Vergani che si è voluto sincerare sulla situazione.
L’apprensione nei cittadini però i rimane alta, per la presenza di un denso fumo e di un odore acre che invade interi quartieri, anche nei comuni confinanti e non, le segnalazioni sono arrivate anche da Solaro, distante diversi chilometri.
I vigili del fuoco impegnati da oltre 48 ore senza pause sul luogo dell’incendio spiegano che l’incendio non è ancora stato spento ma sono iniziate le operazioni per spostare all’esterno del capannone i rifiuti depositati al suo interno.
La squadra emergenza di Arpa è nuovamente intervenuta eseguendo delle nuove rilevazioni strumentali nelle aree maggiormente interessate dal fumo e per verificare il percorso delle acque residue.
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