Il forte vento di questi giorni ha decisamente reso l’aria di Milano più respirabile. La grande cappa di smog che minacciosa si stagliava sopra il capoluogo lombardo è stata spazzata via e oggi le centraline dell’Arpa registrano concentrazioni di polveri sottili ben al di sotto dei limiti. Eppure è troppo presto per cantare vittoria, anzi, la situazione smog nel Nord Italia è piuttosto preoccupante.

In questo inizio di 2022 Milano ha sfiorato la soglia dei 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo per ben 25 volte. Stando alle leggi europee, i giorni oltre il limite dovrebbero essere al massimo 35 in un anno. Nel 2021 i giorni sopra al limite sono stati 61, ben al di sopra di quanto consentito ma, paradossalmente, è stato l’anno più positivo dal 2000 (e questo dovrebbe far molto riflettere). La media annua del Pm10 a Milano nel 2021 è stata di 37 microgrammi per metro cubo: sotto i limiti di legge, 40, ma sopra le linee guida dell’Oms, 15. La media di questo gennaio è stata addirittura di 63.
Per comprendere la gravità del problema basti sapere che la Pianura Padana è al momento il luogo più inquinato d’Europa. E non solo: è anche il luogo in cui si muore di più a causa delle polveri sottili. Nelle settimane scorse sono scattate le misure di contenimento previste dalle Regione. Quello che però molti si chiedono è: perché si attendono ancora i 10 giorni di superamento delle soglie per far entrare in vigore queste misure, quando si potrebbe invece anticiparle grazie alle previsioni meteo sull’accumulo degli inquinanti? Seppur vero che, nell’ultimo decennio, i livelli di smog siano progressivamente diminuiti, questo gennaio 2022 sarà ricordato come uno dei mesi più inquinati degli ultimi anni.
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