Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, condannata a 4 anni e 2 mesi

L’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, nativa di Garbagnate ed eletta a Saronno, è stata condannata a 4 anni e 2 mesi dal Tribunale di Milano nel maxi processo a carico di oltre 60 persone imputate per il caso “Mensa dei poveri”.

La sentenza è stata emessa dalla sesta sezione penale, presieduta da Paolo Guidi. L’esponente di Fi, difesa dall’avvocato Gian Piero Biancolella, nel novembre 2019 era finita agli arresti domiciliari, poi revocati, con le accuse di corruzione, false fatturazioni e truffa ai danni dell’Europarlamento per circa 500mila euro per i corsi di formazione dei dipendenti di Afol, agenzia per la formazione, orientamento e lavoro.

Secondo i pm Stefano Civardi e Silvia Bonardi, Comi avrebbe incassato parte del denaro che era stato erogato dal Parlamento europeo per il proprio addetto stampa e un altro collaboratore, dai quali l’europarlamentare si sarebbe fatto retrocedere una quota ogni mese.

Lara Comi, interdizione pubblici uffici e confisca di 28.700 euro 

In concorso con Comi per truffa, è stato così condannato a un anno e quattro mesi anche l’allora suo assistente parlamentare Daniele Aliverti.  Per Lara Comi è stata disposta anche   l’interdizione dai pubblici uffici, l’incapacità di trattare con la pubblica amministrazione per cinque anni, e una confisca di 28.700 euro.

L’europarlamentare, presente in aula al momento della sentenza, secondo quanto riportato da Repubblica.it, si è detta stupita per la condanna sostenendo che tutti gli elementi emersi nel corso del dibattimento avrebbero dovuto portare ad una pronuncia assolutoria.

Secondo la difesa, “l’accusa di corruzione del direttore generale di Afol si fonda su dichiarazioni rese da Bergamaschi, confutate da riscontri oggettivi, come le conversazioni Whatsapp rinvenute sul suo telefono che smentiscono quanto dichiarato. Per la truffa che sarebbe stata perpetrata con l’aumento di stipendio ad Aliverti, sono stati prodotti tutti i documenti attestanti le maggiori attività da questi svolte che legittimavano tale aumento retributivo”.