Non una radio accesa con qualche decibel di troppo e, in fondo, neanche quella canzone dei Modà che diceva di preferire il buio e la modalità sottovoce. Lei no, le esternazioni della sua soddisfazione la voleva evidentemente condividere e questo ha fatto. Solo che tante, troppe volte, e soprattutto con eccessivo trasporto.
Le notti di giubilo e i rumori “condivisi” con la vicina
Non era, insomma, una ragazza riservata e gelosa dei propri successi. Tanto che, più o meno consapevolmente, le proprie esternazioni di gioia era finita per condividerle con i vicini di casa. Una osmosi empatica che finiva per oltrepassare muri di casa evidentemente troppo sottili, quantomeno per contenere giubilo ed estasi, che finivano puntualmente per arrivare dall’altra parte della parete. Morale della favola: lei, la ventenne esuberante, felice di ciò che le regala la vita e giù discorrendo. L’altra, la vicina, insofferente per queste condivisioni di gemiti e gridolini. Capaci di creare inevitabilmente fastidio, non fosse altro che per la frequenza con sui si ripetevano e per quel pizzico di pepe che (forse) accendeva anche il sapore di una inconfessabile invidia.
Notti esuberanti, l’ammenda simbolica di 200 euro
Sta di fatto che le notti focose della vicina di casa hanno finito per far alzare la paletta e intimare l’alt alla vicina. Che di professione faceva proprio la poliziotta. Nessuna ambiguità sulla divisa d’ordinanza, perché l’altra (la poliziotta) di questi rumori notturni e questi eccessi di lei (quella esuberante) ne ha avuto fin troppo. Scorribande a tutte le ore del giorno e soprattutto della notte: non è dato a sapersi di eventuali eccessi di velocità, ma di sicuro il divieto di disturbo che sbarra la tromba non è un cartello che avesse in testa la giovane amante. Lei, la ventenne abituata ad andare a 100 all’ora, si è scontrata con il muro di insofferenza dell’altra, la ventenne poliziotta che ha finito per pensare “anche no” a una routine notturna non richiesta e subìta nella stanza accanto. Ne è nato prima uno scontro verbale, poi un processo, che ora ha costretto lei, quella esuberante, a pagare una simbolica ammenda di 200 euro.
L’attesa delle motivazioni della sentenza
Ora le due ragazze, a distanza di 7 anni dai fatti, non sono più vicine di casa a Pesaro, in via Mameli. Dove così a lungo si sono immolati timpani e stuolo di amici dell’allora ventenne barista. Che ora, a una settimana dal Natale 2022, sceglie tramite il proprio avvocato di attendere le motivazioni della sentenza per capire se opporsi all’ammenda da 200 euro. In attesa dei tempi tecnici con cui le motivazioni verranno depositate, chissà se la barista accusata di disturbo della quiete pubblica abbia già brindato a questa comunque irrisoria punizione. E soprattutto come.
Redazione web
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