Novate, blitz all’alba a casa di un “writer”

Blitz all’alba a casa di un “writer” di Novate Milanese, ritenuto responsabile di diversi imbrattamenti  di muri a Milano e nell’hinterland.
Verso la metà della scorsa settimana è stata diffusa dalla Polizia locale di Milano la notizia che gli agenti milanesi avevano perquisito le abitazioni in cui vivono cinque writer, poiché li ritenevano responsabili di numerosi imbrattamenti di muri (e non solo) avvenuti a Milano, anche in centro città, così come nell’hinterland.

Il nucleo Decoro urbano della Polizia locale meneghina era risalito ai presunti autori di tali danneggiamenti partendo dalle “firme” che ogni writer è solito apporre alle sue opere, ma anche da un episodio avvenuto a gennaio scorso a Milano, quando due writer furono sorpresi alle 5 del mattino a imbrattare in via Imbonati. Le indagini hanno portato a identificare cinque giovani tra i 20 e i 30 anni come i presunti responsabili di numerose azioni di imbrattamento.

Novate, blitz all’alba a casa di un “writer” residente in città

Uno di questi cinque giovani abita a Novate Milanese e proprio a Novate gli agenti del nucleo Decoro urbano di Milano, coadiuvati da agenti novatesi, settimana scorsa hanno compiuto un blitz alle 5 del mattino. Gli agenti si sono recati nell’abitazione in cui il writer abita (pare con la famiglia), si sono fatti aprire e hanno perquisito i locali alla ricerca di elementi che collegassero il giovane novatese alle scritte effettuate sui muri. Sembra che il blitz abbia dato esito positivo, ossia che il materiale sequestrato ( disegni, bombolette spray, materiale informatico… ) abbia portato elementi utili alle indagini.

Nel complesso le cinque perquisizioni effettuate hanno portato al sequestro di bombolette spray, marker, caps, guanti, acido fluoridrico, pericoloso per la salute ma venduto liberamente, utilizzato per imbrattare le superfici trasparenti come vetrine dei negozi, finestrini dei mezzi pubblici, bacheche o cartelloni pubblicitari danneggiandoli in maniera irreversibile. Tutti gli accertamenti erano coordinati dalla Procura di Milano e ora gli elementi raccolti potrebbero portare i cinque giovani a processo.