Novate, giovani e malavita nel nuovo libro dell’educatore Flavio Barattieri.
Con l’avvicinarsi del 21 marzo, giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia, il Comitato Soci Coop novatese ha invitato Silvia Gissi, presidente dell’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli, e Flavio Barattieri, educatore e scrittore, per presentare il primo libro di quest’ultimo, dal titolo “Dialoghi con Lito”, nato dall’idea di rendere giustizia alle storie e alle persone che ha incontrato nel corso del suo lavoro. L’obiettivo del Comitato Soci è, come gli anni precedenti, di dedicare l’intero mese a iniziative di legalità e al racconto dell’orrore mafioso.
Novate, giovani e malavita nel libro di Flavio Barattieri. La sua esperienza di educatore
Il libro tratta dell’esperienza diretta di Barattieri, impegnato da metà anni ‘90 in progetti per ragazzi a favore della legalità e contro la dispersione scolastica, narra della storia vissuta con i ragazzi di un centro giovani a Calabria Lombardia, Buccinasco in realtà, e delle difficoltà che si affrontano per impedire ai giovani di aree difficili di cadere vittime di realtà criminali che si ammantano di un certo fascino criminale e di importanza. Grazie alle domande della moderatrice Gissi, il pubblico è riuscito a immedesimarsi in questa realtà che, seppur vicina a Novate geograficamente, risulta lontana dalla nostra quotidiana esperienza e, dialogando con l’autore e con Lito, personaggio fittizio che racchiude in sé tutti i giovani incontrati in questi 30 anni circa da Barattieri, ha esplorato il legame tra malavita e degrado nella ricca e onesta Lombardia, più infiltrata e legata al malaffare di quanto si riesca ad ammettere.
“Intercettare oggi il disagio giovanile è sempre più difficile perché, oltre alle problematiche relazionali e di instaurare un dialogo che implichi fiducia, oggi mancano le strutture adatte: quei centri giovani erano a frequentazione spontanea ma, in zone difficili, non mancavano mai di attirare ragazzi e ragazze di ogni tipo. Fondamentale era il lavoro di prevenzione lì svolto ma, da fine anni’90, le istituzioni hanno smesso di credere in questo tipo di approccio” ha affermato Barattieri a margine della presentazione del libro con un po’ di rammarico per una diversa idea di trattare i giovani e la criminalità, e che avrebbe avuto ancora molto da dare.
Domenico Tosi
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