Nuovi preti a Limbiate e Paderno Dugnano tra i 22 ordinati oggi a Milano
Ci sono anche don Marco di Limbiate e don Marco di Paderno Dugnano tra i nuovi sacerdoti ordinati oggi in Duomo a Milano dall’Arcivescovo mons. Mario Delpini.
I due nuovi preti di Limbiate e Paderno Dugnano
Don Marco Guffanti, 33 anni, ha avuto la vocazione dopo la laurea triennale in Cattolica in Linguaggi dei media e la specialistica in Comunicazione d’impresa. Aveva già iniziato un tirocinio in Regione Lombardia.
Don Marco Guffanti prete di Limbiate
“Mi sono reso conto che l’attività che svolgevo in oratorio per me era fondamentale” -ha raccontato don Marco, che all’oratorio di Limbiate è cresciuto, prima nel gruppo adolescenti poi nel gruppo giovani.
Da due anni don Marco, che è diacono dallo scorso anno, opera nella cCmunità pastorale Maria Regina Degli Apostoli, che riunisce le parrocchie di Bulciago, Barzago e Bevera, in provincia di Lecco.
Gran parte dell’impegno di don Marco è stato dedicato alla pastorale giovanile in oratorio.
Don Massimo Locatelli prete di Paderno Dugnano
Don Massimo Locatelli, di Paderno Dugnano, è il “veterano” della classe dei nuovi preti della Diocesi di Milano (22 quest’anno). Don Massimo ha infatti 58 anni ed è il nono di undici figli.
Come si legge nella sua presentazione su chiesadimilano.it, “con i suoi fratelli ha vissuto un’infanzia serena ad Arluno. Poi, dopo l’università e vari trasferimenti lavorativi, è approdato alla Comunità pastorale Santa Maria Nascente e Sacra Famiglia di Paderno Dugnano, dove ha fatto l’educatore in oratorio”.
“La mia storia è molto lunga – dice – e mi piace raccontarla come una storia di amicizia con Gesù. Il ricordo più bello è legato alla Prima Comunione. Già allora Gesù si è fatto sentire come un amico fedele. Poi, in ogni età, mi ha chiamato e io ho percorso tante strade prima di rispondergli, per paura o timidezza”.
Nel 1990 don Massimo si era deciso a entrare in Seminario, ha frequentato il primo anno di Teologia a Saronno, ma “non era il momento giusto” ed è uscito. Grazie alla guida di amici preti, ha ripreso in mano la propria vita e il cammino vocazionale: «Padre Roberto, gesuita di Villapizzone, mi ha accompagnato nel discernimento, sollecitandomi a non aver paura della mia umanità e a liberarmi dalle rigidità legate all’educazione ricevuta», ricorda don Massimo. Grande importanza poi ha avuto l’incontro con don Renato Rebuzzini, fondatore della Comunità del Giambellino, riferimento per minori e famiglie bisognose. «L’ho conosciuto quando era parroco di Muggiano. Anche questa esperienza – afferma don Massimo – oggi la leggo come una grazia decisiva per la mia formazione umana e professionale».
Don Massimo ha lavorato in cooperative sociali, prima con tossicodipendenti, poi con minori; è stato formatore e selezionatore del personale in diverse aziende private, ma il suo cuore è sempre stato inquieto, finché nel 2009 don Renato gli ha proposto di fare l’educatore responsabile di oratorio. «Ho vissuto questa scelta come vocazione e professione definitiva – ricorda il futuro sacerdote -. Questi anni sono stati preziosi per la mia vita di fede, inoltre l’esperienza in oratorio mi ha aiutato a capire me stesso e gli altri».
In particolare è stata decisiva la relazione educativa con i gruppi di ragazzi di catechismo, dai preadolescenti, agli adolescenti, ai giovani. «Tra oratorio feriale e campeggi, i ragazzi mi hanno sempre detto: “Ma tu perché non fai il prete?” – racconta don Massimo -. Alla fine, grazie anche a loro, ho risposto a Gesù che mi ha fatto capire che potevo essere suo amico, servendo i fratelli più piccoli». Così nel 2017 è rientrato in Seminario, a Venegono.
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