“O mi danno le tessere o è guerra”: le intercettazioni nell’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan | VIDEO

Sciopero del tifo, minacce e anche una telefonata con l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi alla vigilia della finale di Champions per avere biglietti. C’è anche questo nell’inchiesta che ha portato all’arresto di 18 ultras che “gestivano” le curve del tifo organizzato di Inter e Milan.

Marco Ferdico, leader della Curva Nord dell’Inter, uno degli arrestati, parlò al telefono con l’allenatore e incontrò l’allora difensore Skriniar. Al primo fece pressione per avere più biglietti da gestire.

Dal capo ultras telefonata all’allenatore dell’Inter Inzaghi  

Le indagini della Dda, della squadra Mobile e della Sisco (Sezione investigativa del servizio centrale operativo) di Milano hanno fatto luce sugli ultimi sei anni di avvenimenti dentro e fuori lo stadio Meazza di San Siro. Vittorio Boiocchi è tornato a guidare la tifoseria interista dopo 26 anni di carcere nel 2018 ma è stato ucciso a colpi di pistola sotto casa sua a Figino nell’ottobre di due anni fa. Boiocchi era stato protagonista di estorsioni e intimidazioni legate alla gestione dei parcheggi.

Nel caso della curva Nord degli ultrà dell’Inter è contestata una associazione a delinquere che avrebbe agevolato la cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco, con Antonio, il 36enne ucciso a coltellate da Beretta un mese fa.

Per quanto riguarda la curva Sud degli ultrà del Milan, l’accusa è di associazione a delinquere ma senza aggravante dell’agevolazione mafiosa.

E’ stato di nuovo arrestato Luca Lucci, l’ultrà celebre per la foto il 16 dicembre 2018 insieme all’allora vicepremier Matteo Salvini e che solo settimana scorsa, (dopo una sfilza di Daspo e di condanne) era riapparso allo stadio in occasione del derby.

Con lui sono stati arrestati tra gli altri anche suo fratello Francesco Lucci e Christian Rosiello, il bodyguard del cantante Fedez (totalmente estraneo a questa inchiesta).