
La casa di riposo nell’area ex convitto di Origgio, in via Ottolini, difficilmente vedrà la luce. Ne è convinto il sindaco Evasio Regnicoli, che ha ereditato il progetto dall’ex amministrazione: “Ho parlato con diversi operatori – fa sapere – e a conti fatti è piuttosto complicato costruire una Residenza sanitaria assistenziale. Se non ci sono certezze sugli accreditamenti regionali, come si può investire, tanto più di questi tempi?”.
Il progetto di recupero dell’area dismessa, dove si trovava il convitto delle operaie del Canapificio Nazionale della famiglia Bassetti, è comunque partito col primo lotto: la realizzazione di un comparto residenziale. Un sito che ha una storia travagliata: il primo operatore, che in dieci anni non ha concretizzato quanto pattuito inizialmente, è fallito e l’area è stata acquisita da un’altra società. L’obiettivo era realizzare una casa di riposo di almeno 120 posti letti, più 20 per i malati di Alzheimer. La convenzione del 2010 contemplava l’insediamento di strutture sanitarie, eccetto la residenza, poi modificata con una variante che introduceva la residenza a 27mila metri cubi (in pratica 140 appartamenti) e un parco di 7mila metri quadrati. Un’ulteriore modifica aveva ridotto la residenza a 10mila metri cubi, portando la struttura socio-sanitaria a 17mila metri cubi e il parco a soli 3mila metri quadrati.
Per non perdere le opere pubbliche previste in convenzione, il Comune ha svincolato la polizza fideiussoria relativa al primo lotto, pari a 533mila euro. Fondi coi quali si potranno fare diversi interventi di utilità pubblica: a cominciare dalla realizzazione di un parcheggio, visto che in zona mancano molti stalli di sosta, fino all’allargamento della carreggiata in via Marconi e al rifacimento delle alberature in via Ottolini.
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