Dopo i 76 anni di sacerdozio, Monsignor Cesare Catella, ex parroco del paese, ha tagliato il traguardo del 101mo compleanno. Per l’occasione, alla Casa San Giorgio, ha festeggiato in modo sobrio, come previsto dalle norme anti-Covid, ma è stato comunque emozionante: non solo per lui ma per gli origgesi che hanno voluto presenziare. “Don Cesare sta benissimo. E’ in splendida forma – assicurano i responsabili della Rsa, dove il sacerdote ha ancora un ruolo di primo piano – Siamo tutti profondamente orgogliosi di lui”.
Don Cesare, il più anziano prete della Diocesi, fu consacrato sacerdote il 26 maggio del 1945; fu nominato parroco di Origgio nel 1961, dopo avere superato quelli che all’epoca erano gli esami di abilitazione, e restò in paese tutta la vita. Già conosceva bene la comunità perché era stato coadiutore parrocchiale affiancando i giovani per anni.
Fondamentale fu il suo ruolo nella costruzione della casa per anziani San Giorgio e in tante attività e iniziative di crescita sociale. Gli origgesi sono sempre stati molto legati a don Cesare: da sempre schivo e poco propenso a mettersi in mostra, l’ex parroco si è dedicato al prossimo.
“Sono anziano, ma ricordo come se fosse ieri il giorno della mia ordinazione sacerdotale dal cardinale Ildefonso Schuster – raccontò 11 anni fa, quando per i suoi 65 anni di sacerdozio gli fu tributata una grande festa – All’epoca c’era ancora un clima di guerra. Mi trovavo al Duomo di Milano con altri 65 seminaristi, fra i quali c’era anche don Giussani”. Di Luigi Giovanni Giussani, teologo fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, don Cesare ha ancora vivida nella mente l’immagine di “un uomo innamorato di Cristo. Era mio compagno al seminario di Venegono, una persona semplice e profondamente religiosa. Sono orgoglioso di averlo conosciuto”.
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