Nuova udienza oggi del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, avvenuto il 27 maggio 2023. In aula è stata evidenziata la preparazione del delitto, comprese ricerche di veleno effettuate dal suo ex compagno Alessandro Impagnatiello mesi prima.
Omicidio Giulia Tramontano, le ricerche sul web: “Veleno per gravidanza”
Nel corso della testimonianza di un maresciallo dei carabinieri state lette in aula alcune ricerche effettuate sul web dall’ex compagno di Giulia Tramontano già a dicembre 2022, oltre 5 mesi prima del delitto. Impagnatiello ha ricercato con il suo smartphone in almeno tre occasioni le parole: “Veleno per topo incinta”; “Veleno per gravidanza”; “Veleno per uomo”.
Il 7 gennaio 2023 l’ultima ricerca ancora più esplicita: “Quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona”.
Impagnatiello avrebbe effettuato una ricerca sul web “rimuovere macchie di sangue” dal proprio smartphone addirittura mentre si trovava negli uffici del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano il 31 maggio, alle 11.06.
Le testimonianze e le prove presentate in aula hanno delineato un quadro inquietante, con l’imputato che, nonostante le apparenze di normalità, sembrava preoccupato fin dalle prime fasi dell’indagine.
Le immagini delle telecamere, i messaggi delle chat e gli oggetti trovati, come il cloroformio e i guanti di lattice, hanno rafforzato le accuse nei confronti dell’imputato.
Nel corso dell’udienza sono state proiettate le immagini delle telecamere che hanno immortalato Impagnatiello nelle ore del delitto e anche una del corpo di Giulia dopo il ritrovamento dietro ad alcuni box di via Monte Rosa a Senago. L’imputato era presente in aula.
La fotografia del corpo di Giulia in aula, Impagnatiello abbassa la testa
Quando è stata mostrata la fotografia del corpo di Giulia, l’ex compagno ha abbassato la testa e ha singhiozzato.
Sentiti come testimoni anche i carabinieri della stazione di Solaro. Hanno raccontato l’arrivo in caserma di Impagnatiello l giorno dopo l’omicidio. “Era agitato, sembrava molto preoccupato. Per noi inizialmente si trattava di una denuncia per allontanamento volontario. Lui racconta che la mattina, mentre è al lavoro, invia dei messaggi alla compagna ma lei non risponde. In caserma lui denuncia che manca il passaporto della ragazza, il bancomat e circa 400-500 euro. Non fa menzione del telefono, mai trovato, a differenza dei documenti recuperati in un tombino non lontano dall’abitazione.
I carabinieri si recano nell’appartamento in cui vivevano Giulia e Alessandro con l’auto di quest’ultimo. Si sente un forte odore di benzina che proveniva dal bagagliaio ma lui si giustifica dicendo che ha una bottiglia di benzina, in caso di emergenza.
Processo per la morte di Giulia Tramontano, in Tribunale sentiti anche i carabinieri di Senago
“Ma c’è forte odore di benzina anche nel bagno dell’abitazione, dove la lavatrice aveva appena finito il ciclo di lavaggio, così come nel suo zaino in cuoio in cui abbiamo trovato un paio di guanti di lattice” -racconta il carabiniere testimone in aula. Impagnatiello dice che sono presenti “perché la lavastoviglie era rotta”, mentre le due bustine di veleno trovare, sarebbero servite “per uccidere i topi presenti nella piazzetta vicina al lavoro” in pieno centro a Milano.
Impagnatiello racconta di un “confronto pacato” con la compagna che ha scoperto la sua relazione con un’altra donna, poi la doccia, la cena e quindi l’uscita per andare da un pusher in viale Certosa a Milano, di cui fornisce un civico inesistente.
Processo Impagnatiello, sentita in aula anche una vicina di casa
In aula è stata sentita anche una vicina di casa, che abita nell’appartamento confinante, in via Novella 14 a Senago. La donna ha raccontato che quella sera era rientrata verso le 18.30. Verso le 19, in camera da letto per cambiarsi ha sentito una donna voce di donna che litigava. Non si capiva nulla di quello che diceva ma ho sento gridare, litigare. Sarà durato un minuto, un minuto e mezzo, forse due. Poi improvvisamente la litigata è finita”
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