Nella zona del Saronnese sono 798 i percettori del reddito di cittadinanza, dei quali lavora solo qualche decina. Tutta colpa di una legge troppo farraginosa per le municipalità, strette nella morsa di una sfilza di adempimenti prima di poter ingaggiare i percettori del reddito per un lavoro socialmente utile. Senza contare che sono numerosi coloro che, per disabilità o problemi familiari, non possono lavorare, riducendo così ulteriormente la platea da reclutare.
Secondo gli ultimi dati disponibili, aggiornati al novembre 2019, a Saronno i percettori del reddito di cittadinanza sono 417, seguiti dai 133 di Caronno Pertusella; terzo posto per Cislago (81); quarto Uboldo (78); quinto Gerenzano (53); in coda, ma è il paese più piccolo, c’è Origgio (36). A Saronno sono diversi i progetti in corso: “A scuola in sicurezza”, che coinvolge dai 2 ai 5 lavoratori; “Emporio per la cittadinanza” (2); “Pulire per prevenire” (da 7 a 8); “Mai più soli” (3); “A scuola in sicurezza” (10); “Un due tre, tutti a scuola” (10); cura dello spazio verde e orto-terapia (6); manutenzione di spazi e arredi comunali (10). A Caronno Pertusella sono due i progetti: piedibus (4); cura dei parchi pubblici (12). A Gerenzano 10 lavoratori sono impegnati nel supporto al servizio della refezione scolastica. A Cislago da 3 a 6 percettori si prendono cura del verde e dei parchi pubblici. Nessun progetto a Uboldo e Origgio.
Sono davvero troppi i paletti, le norme e gli adempimenti burocratici da rispettare, che rallentano non poco l’attività dei Comuni nel reclutamento dei lavoratori. “Basti pensare che, preparato e fatto approvare ogni singolo progetto, dobbiamo interfacciarci col navigator per la selezione – spiega l’assessore alle Politiche sociali di Gerenzano Dario Borghi – Poi scattano i colloqui per valutare se il soggetto sia idoneo, vanno nominati il tutor e il responsabile di settore comunale, bisogna occuparsi delle attrezzature e delle assicurazioni… Si può fare in piccolo, non sui grandi numeri”.
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