Nemmeno il tempo di disfare la valigia ed è nuovamente tempo di partire. Ad un mese dalla partecipazione agli europei di Tallin, l’ostacolista dell’Osa Saronno Giorgia Marcomin ha staccato il biglietto aereo per i campionati del mondo di atletica under 20 di Nairobi, in Kenya. Questa mattina la Fidal – Federazione italiana di atletica leggera – ha pubblicato la lista dei 43 “azzurrini” convocati per la diciottesima edizione della competizione, la prima in Africa, in programma dal 17 al 22 agosto. Classe 2002, in pista con la Osa Saronno sin da quando frequentava le scuole medie, la Marcomin si prepara ad affrontare l’appuntamento internazionale in un anno per lei già ricco di soddisfazioni con la vittoria, lo scorso febbraio, ai campionati nazionali Juniores di Ancona nella specialità dei 60 metri ostacoli. La giovane campionessa si è raccontata a Il Notiziario.net, nell’intervista realizzata da Claudio Agrelli:
Giorgia, come hai vissuto la convocazione ai mondiali di atletica under 20 in Kenya, te l’aspettavi?
«Abbastanza anche se ho atteso fino all’ultimo l’ufficialità: sapevo che la Federazione avrebbe convocato due persone per specialità con l’intenzione di portare in Kenya il minor numero di atleti, causa misure Covid. E’ la seconda volta che vestirò la maglia della nazionale in poco tempo e leggere il mio nome nell’elenco dei convocati è sempre un’emozione unica».
Il mese scorso si sono tenuti gli europei U20 di Tallin, prima partecipazione con la nazionale, che bilancio ti senti di fare?
«L’Europeo di atletica under 20 è stata un’esperienza davvero magica, mi sono divertita davvero tanto anche perché nel corso delle batterie ho stabilito il mio record personale di 13,75 che è valsa la qualificazione per la semifinale. In più a Tallin ho avuto la possibilità di conoscere avversari da tutta Europa e stretto amicizia con i compagni della nazionale italiana».
Come ti preparerai a questo appuntamento dal punto di vista fisico e mentale?
«La convocazione mi ha ridato la carica, dopo Tallin avevo voglia di staccare e andare in vacanza invece ho ripreso gli allenamenti: insieme al mio coach Beppe Arrius cercheremo di fare il meglio possibile concentrandoci su tutte le possibili incognite a partire dal clima. Non so quale temperatura aspettarmi in Kenya, di certo sarà diversa dal clima di Saronno. Vedrò poi la lista degli avversari convocati anche se so già che ci sarà la campionessa svizzera che ha vinto a Tallin poche settimane fa. Ma non voglio guardare troppo gli altri, mi concentrerò di più su me stessa e sul mio obiettivo di scendere sotto il record personale».
Dei campioni dell’atletica in gara alle Olimpiadi di Tokyo c’è qualcuno che ti ispira in particolare?
«La mia preferita in assoluto è Luminosa Bogliolo, anche lei cento ostacolista, davvero un’atleta fortissima. Al di là dei meriti sportivi è una ragazza alla mano che ammiro per la sua grinta e la capacità di rimanere coi piedi per terra pur avendo stabilito il record italiano. Poi naturalmente sono felicissima per Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi che hanno fatto due gare spettacolari, nel vederli mi sono commossa».
Come è nata la passione per l’atletica e quando hai scoperto che la tua specialità erano gli ostacoli?
«Ho iniziato a fare atletica in terza media, abbastanza tardi. Prima non volevo saperne e non volevo nemmeno provare finché mia madre non mi ha convinta grazie anche all’aiuto di un allenatore dell’Osa Saronno che era mio professore alle medie. Da quando sono scesa in pista, l’atletica mi è piaciuta immediatamente e dopo un periodo di prove multiple, nell’estate 2019 ho partecipato alle mie prime gare con gli ostacoli. Trovo la corsa con gli ostacoli più stimolante rispetto ai 100 metri piani dove mi sentivo più sperduta».
Quali sono i tuoi obiettivi futuri, sportivi e professionali?
«Dopo la maturità e il mondiale di atletica, proverò ad indossare la maglia azzurra della nazionale in tutte le occasioni possibili. Per quanto riguarda la mia carriera accademica inizierò l’università con il corso di linguaggio dei media. Grazie alle gare internazionali ho scoperto l’importanza delle lingue anche per poter fare amicizia con più persone possibili. Continuerò ad allenarmi: certo, conciliare lo studio con l’impegno sportivo è spesso tosto, faticoso ma non impossibile, basta volerlo».
Claudio Agrelli
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