La Procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo contro ignoti sull’ipotesi di “istigazione al suicidio” per il ritrovamento del corpo senza vita di Simone Mattarelli, 28 anni, di Lentate sul Seveso, avvenuto domenica 3 gennaio in un capannone industriale di Origgio.
La scoperta del cadavere del giovane avvenne nel pomeriggio di domenica dopo che nella notte vi era stato un rocambolesco inseguimento di un’auto da parte di diverse pattuglie dei carabinieri, partito da Cantù, proseguito sulle strade della Brianza, tra Cesano Maderno, Cogliate, Lazzate e terminato proprio a Origgio.
L’auto inseguita era quella di Simone, abbandonata in un campo nei pressi della zona industriale di Origgio. Il giovane, aveva come unico precedente una sospensione di patente per guida in stato d’ebbrezza e quella notte non si era fermato ad un posto di controllo a Cantù.
Ora la famiglia di Simone, che ritiene inspiegabile il gesto estremo del figlio, da poco assunto con contratto indeterminato e con un nuovo progetto di vita insieme alla fidanzata, vuole vederci chiaro e si è affidata all’avvocato Roberta Minotti.
Simone, l’inseguimento in auto e gli spari
La vicenda è stata raccontata nelle pagine di cronaca giudiziaria de Il Giorno e del Corriere della Sera e proposta anche in un servizio del Tg3 Lombardia, con l’intervista al padre e al fratello di Simone e le riprese sul luogo del ritrovamento dell’auto.
La Pm Susanna Molteni ha cominciato a raccogliere elementi, disponendo tra l’altro il recupero delle immagini delle telecamere disseminate sul percorso dell’inseguimento e i tracciati dei cellulari dei carabinieri in servizio quella notte e impegnati nell’inseguimento.
Il padre di Simone, raggiunto da una telefonata in piena notte, racconta che il figlio stava andando da lui a Legnano, gli aveva detto di avere “fatto un casino”, di essere inseguito e di temere di essere ucciso. Lo stesso padre afferma di avere udito dal telefono degli spari.
Simone, i dubbi sul suicidio a Origgio
Tra gli elementi che non tornano, il primo è quello della posizione del corpo, ritenuta anomala, dopo l’impiccagione che sarebbe avvenuta con la cintura dei pantaloni. Poi c’è il particolare delle scarpe, ritrovate pulite sul muretto di recinzione dell’azienda, mentre gli abiti erano sporchi.
Tanti aspetti su cui far luce per una vicenda al momento ancora avvolta nel mistero.
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