Anche le parrocchie di Paderno Dugnano mandano un messaggio a tutti fedeli dopo la strage della famiglia Chiarioni. Lo fanno i sacerdoti, le consacrate e i membri del consiglio pastorale con un comunicato congiunto firmato dalla Comunità San Giovanni Paolo II.
Strage di Paderno, un messaggio di speranza dalle parrocchie
“Le vicende di questi giorni non possono come comunità cristiana lasciarci indifferenti”. Inizia con queste parole il comunicato delle parrocchie del decanato di Paderno Dugnano. “Tutto questo ci interroga su come noi adulti viviamo ed educhiamo alla relazione buona, alla custodia della nostra e altrui vita, come ci mettiamo in ascolto tra generazioni, a come sappiamo cogliere ed accogliere le fragilità, i silenzi, le solitudini e le fatiche dei più giovani”. Il sentimento di sgomento per quanto accaduto nella villetta di via Anzio è comune a tutti. “Sappiamo bene che ora non occorrono parole. Ci sentiamo di dire che è importante sospendere ogni giudizio e come credenti affidarci alla forza della Parola di Dio e alla preghiera con cui accompagniamo Riccardo e la sua famiglia”. In questo passaggio sacerdoti e consacrate citano il vangelo di Matteo: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”.
In questa situazione di sgomento comune “ci sentiamo di dire che non può prevalere la rabbia, il giudizio temerario come neppure l’indifferenza o la rassegnazione”. Si appellano a un sentimento di sospensione di qualsiasi giudizio affinché non ci sia “la disperazione, il pessimismo e la sfiducia sulle giovani generazioni” perché “molti di loro chiedono ascolto, fiducia, affetto e sguardo positivo sulle loro attese, dialogo e attenzione sinceri sui loro progetti e sulle fragilità, spesso velate, inesplorate e inespresse”. È invece opportuno “avere uno sguardo di speranza in questi nostri giorni”. La comunità pastorale esprime “l’affetto e la vicinanza alla famiglia Chiarioni, ai parenti e a tutti coloro che in questi giorni, nella nostra città, soffrono e sono disorientati”.
Il 17enne in carcere si è confessato con il cappellano
La famiglia Chiarioni era attiva anche nel contesto parrocchiale della città, oltre che quello scolastico e dello sport. In queste ore, Riccardo ha incontrato il cappellano del Beccaria: “Mi ha chiesto di confessarlo, è stato un momento lungo e molto intenso”, commenta don Claudio Burgio. Al fianco del ragazzo ci sono i parenti e i nonni, questi ultimi ha chiesto di poterli incontrare. Ma per ora non né possibile. Si attende l’interrogatorio del gip che convaliderà la misura cautelare che dovrebbe avvenire nella giornata di mercoledì. Nelle stesse ore, è attesa anche la nomina del tutore legale (il ragazzo infatti ancora per un mese esatto è minorenne). Solo dopo questi passaggi formali, potranno essere svolte le autopsie sui tre cadaveri. Oggi nell’ultimo interrogatorio ha detto: “L’ho vissuta come un’emancipazione: non so che cosa mi sia successo”. Intanto, il legale frena sull’ipotesi dell’aggravante della premeditazione.
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