Continua senza soste “l’offensiva primavera” dei militanti di Centopercentoanimalisti: dopo Verona e Torino, nella serata del 22 aprile sono stati appesi striscioni di invito a non vendere prodotti del Trentino al colosso “Esselunga” di Saronno e al “Tigros” di Gerenzano.
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La protesta contro l’abbattimento dell’orsa in Trentino
Una forma di protesta contro il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha firmato un decreto con cui dispone la rimozione, tramite abbattimento, di Mj5, l’orso ritenuto responsabile dell’aggressione di un uomo avvenuta lo scorso 5 marzo in valle di Rabbi. “Ma Fugatti ha fatto molto di più – affermano gli ambientalisti – Lui è il primo responsabile dell’imminente crollo del turismo Trentino. Noi di Centopercentoanimalisti abbiamo ancora dei forti dubbi sui fatti accaduti nella tragedia consumata tra i monti di una delle zone più belle d’Italia, tuttavia, il presidente Fugatti non ci ha pensato due volte ad additare la mamma Orsa come una belva feroce, che uccide gli uomini. Crediamo che il Trentino subirà senza dubbio un calo nelle vendite dei suoi prodotti, ma la batosta finale arriverà dal turismo: tante persone si sono indignate, c’è poi chi non andrà più in quei luoghi incantevoli perché avrà paura. Strano che nessuno abbia riflettuto sulle dichiarazioni del presidente della Provincia Autonoma di Trento”.
“La paura degli orsi farà crollare il turismo”
Critiche per l’espressione “orsi feroci” e l’annuncio che si vorrebbero abbattere altri settanta orsi. Quindi il primo messaggio che arriva a ogni famiglia che del boicottaggio se ne infischia è: in Trentino ci sono una settantina di orsi pericolosi, meglio cambiare località per le ferie. Uno dei più grossi autogol della storia”. Poi l’annuncio che in settimana la lotta si farà più incisiva.
Redazione web
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