Alla vigilia della 66ma edizione della Fiera primaverile del bestiame e delle merci di Origgio, ieri sera è stato compiuto un blitz animalista: il Movimento Centopercento Animalisti ha affisso sui cancelli dell’area fiera, in via Marconi, uno striscione con scritto: “No alla fiera, vergogna!”.
“Come bestiame intendono bovini, cavalli, maiali, conigli, polli – si legge in una nota – Tutti quegli esseri viventi e senzienti, ridotti a merce, destinati alla morte. Animali che saranno, come di consueto, sottoposti al trauma del trasporto; alla sofferenza di quattro giorni in spazi inadatti, tra gente che grida, sotto il sole o la pioggia; il cui destino è tornare a una vita di dolore negli allevamenti, fatti riprodurre forzatamente, per poi finire uccisi in modo barbaro e fatti a pezzi”. Smentiscono che gli allevamenti siano compatibili, gli animalisti, affermando che la fiera sia solo un modo di farsi propaganda “per comprare e vendere animali ridotti in schiavitù: delle merci, appunto. Questa è la realtà degli allevamenti, e la tappa finale è il mattatoio”.
Se la prendono poi con chi mangia carne: “La colpa, diciamolo chiaramente, è anche dei molti che per ignoranza, egoismo o perversione del gusto continuano a mangiare carne, la cui nocività è dimostrata”.
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