Lavoratori in nero, mancato rispetto delle norme di sicurezza, presenza di macchinari e attrezzature per la ristorazione non conformi e pericolose: sono le violazioni contestate al cantiere per la prossima apertura di un ristorante sulla Varesina da parte dei carabinieri, intervenuti qualche giorno fa a Mozzate.
Personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Como, insieme a militari della Stazione Carabinieri di Mozzate, nel corso di un attività mirata alla verifica dei cantieri edili e della regolarità del personale impiegato, hanno proceduto al controllo del un cantiere edile sito in Mozzate via Varese.
Il cantiere, relativo ai lavori di ristrutturazione di un immobile su due piani con relativa area antistante, da adibire alla prossima apertura di un ristorante “All you can eat” per un totale complessivo di circa 1000 mq è risultato irregolare. Sono state riscontrate numerose irregolarità alle norme di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e dell’impiego di manodopera.
Il personale è risultato privo delle preventive comunicazione in materia di assunzione e privo di contratto di lavoro, nonché è stato disconosciuto il rapporto di lavoro con un artigiano che di fatto è risultato essere un lavoratore subordinato. Per questo è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale, rilevando una percentuale del 100% di lavoro irregolare. Il titolare della società proprietaria dell’attività di ristorazione di prossima apertura, H.K., di nazionalità cinese è stato denunciato a piede libero quale legale rappresentante dell’azienda committente e legale rappresentante dell’impresa affidataria dei lavori
Con lui è stato denunciato altro soggetto di nazionalità italiana titolare di un’impresa di costruzioni con sede in Gerenzano, che stava effettuando i lavori di sistemazione dell’area da adibire a parcheggio, sprovvisto di piano operativo di sicurezza.
All’interno dell’immobile venivano rinvenuti pronti per l’utilizzo ben 95 tra strumenti e apparecchiature destinate all’attività di ristorazione, privi di marchiature di conformità, ritenute “pericolose per l’incolumità dei lavoratori e dei prossimi futuri avventori e pertanto sottoposte a sequestro probatorio, in attesa di ulteriori indagini al fine di accertarne la provenienza”.
Per questi motivi, oltre a sospensione attività, denunce e sequestri, venivano comminate sanzioni amministrative per circa 10mila euro ed ammende per 55mila euro.
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