I nuovi poveri di Saronno sono diventati i membri delle famiglie di fascia media: è quanto emerge dai continui stanziamenti dei Servizi sociali della zona, ma anche dal superlavoro delle varie Caritas parrocchiali.
Questo l’identikit dei nuovi poveri di Saronno, con le varie delegazioni sempre più impegnate nell’affrontare casi di persone in difficoltà per la perdita del lavoro o per la cassa integrazione: si tratta di cittadini che, fino a un paio di anni fa, non avrebbero mai immaginato di doversi rivolgere alla Caritas e al Comune per chiedere sostegno.
Perdita di lavoro e “insospettabili”: i nuovi poveri di Saronno
“Abbiamo necessità di reperire costantemente pasta, riso, olio legumi, pelati, latte a lunga conservazione, tonno e carne in scatola – è l’appello dei volontari, che organizzano raccolte periodiche comune per comune – Alcuni vengono a ritirarli di persona abitualmente, altri li portiamo noi al domicilio”.
Servizi sociali nel Saronnese: metà degli assistiti sono italiani
Si tratta di nuclei familiari segnalati anche dai Servizi sociali sulla base del loro Isee e della documentazione prodotta per attestare lo stato d’indigenza. Per rendere l’idea di quanti posti di lavoro si siano persi nel Saronnese basta considerare un dato: fino a qualche anno fa le famiglie erano in gran parte extracomunitarie, mentre oggi sono per metà italiane. Molti hanno subito un tale trauma – ritrovarsi a chiedere aiuto perché non riescono a fare la spesa – che hanno bisogno di parlare, di sfogarsi con chi porta loro il cibo: “Per noi è normale sederci a tavola con loro, farci offrire un caffè e ascoltare i problemi che vivono ogni giorno, magari dando qualche consiglio – racconta chi consegna i pasti – All’inizio sono imbarazzati, ma poi si tranquillizzano, vedendoci come confidenti”.
L’emergenza abitativa e l’Assemblea dei sindaci
Già, perché è importante poter parlare con qualcuno che non sia il parente, l’amico o l’ex collega di lavoro, coi quali ci si sentirebbe tremendamente in imbarazzo. Così, coi volontari si creano forti legami umani, che vanno ben oltre la consegna del pacco di alimenti e durano nel tempo. Sul fronte casa, da anni l’Assemblea dei sindaci del Saronnese ha cercato di affrontare gli sfratti recependo una misura regionale per il contenimento dell’emergenza abitativa: se i privati affittano case a canone agevolato agli indigenti, in cambio le municipalità s’impegnano a concedere finanziamenti a fondo perduto per ristrutturare gli immobili. Purtroppo non è servito ad aumentare le locazioni.
Redazione web
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