Al termine di un lungo lunedì di passione, i profughi di Uboldo sono tornati nel centro di accoglienza della Cascina Regusella alle 20 circa, dopo estenuanti trattative coi carabinieri. Prima, però, hanno manifestato davanti al municipio, bloccando venti minuti il traffico nella centralissima piazza San Giovanni Bosco: si sono sdraiati impedendo alle auto di transitare, fino a quando i militari li hanno fatti alzare mentre sopraggiungeva anche la polizia.
Ma che cosa chiedevano gli extracomunitari? Ecco le loro richieste al prefetto: rilascio della carta d’identità e del permesso di soggiorno di sei mesi, assistenza sanitaria e nuovi operatori per gestire la struttura dove sono ospitati. E’ tuttavia impossibile ottenere la residenza a Uboldo. Il sindaco Lorenzo Guzzetti ha emanato due ordinanze: una di demolizione della struttura perché sono state realizzate opere abusive e una di sgombero. Che cosa accadrà a questo punto? I profughi hanno dato una sorta di ultimatum: vogliono risposte certe entro qualche giorno, altrimenti faranno altre proteste congiunte coi centri d’accoglienza di Busto Arsizio e Gorla Minore.
“Oggi abbiamo constatato che manca una strategia europea coordinata col nostro Stato – commenta il sindaco – E’ grave: sarebbe il caso che stessero più in parlamento gli eurodeputati che passano più tempo in televisione, a fare proclami, invece che fare politica attiva”.
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