Il reparto di maternità dell’ospedale di Saronno rischia la chiusura. La questione è tornata di attualità ei giorni scorsi, quando il Corriere della Sera ha anticipato i dati (per ora non ancora pubblicati ma che il Corriere ha già visto) sul numero di nati nel 2019 nei reparti Maternità della Regione.
Ebbene, ci sono quattro ospedali che nel 2019 sono rimasti sotto la soglia fatidica delle 500 nascite: Saronno (484 parti), Iseo (440), Asola (485), Voghera (438) e Broni – Stradella (499). Il servizio del Corriere spiega senza mezzi termini che queste Maternità sono da chiudere, poiché non rispettano i parametri nazionali.
I parametri dicono che se in un reparto nascono meno di 500 bambini, quel reparto automaticamente diventa a rischio poiché il personale medico e infermieristico non ha sufficiente esperienza. Una norma che ha più il sapore del grimaldello, poiché viene usata per far chiudere le Maternità (e poi spesso gli ospedali) un po’ ovunque.
L’assessore regionale al Wellfare Giulio Gallera è subito corso a tranquillizzare i cittadini spiegando che occorre che il dato sotto i 500 parti si ripeta per tre anni e sia per tre anni in calo. La cosa al momento non si sta verificando, ma è come dire: “Oggi non siete a rischio, domani sì”. Soprattutto il reparto di Saronno , poiché è difficile pensare a un ritorno in crescita della natalità saronnese quando il dato è in costante calo a livello provinciale, regionale e nazionale.
Inoltre a 12 chilometri in linea d’aria da Saronno sta sorgendo un nuovo immenso ospedale, il nuovo Galeazzi nell’area mind, un colosso che porterà via pazienti (e nascite) a tutti gli ospedali del circondario. Difficile pensare che non farà sentire la sua presenza anche sulla Maternità saronnese.
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