“Ho fatto la notte, ho timbrato alle sei: a mezzogiorno avevo il cellulare pieno di WhatsApp, che la fabbrica era chiusa”. Il racconto del lavoratore Gianetti di Ceriano Laghetto oggi a Carpenedolo.
Durissime le accuse di parte sindacale, contro l’Antitrust dell’Unione Europea che non avrebbe vigilato sull’operazione condotta dal fondo Quantum e contro il Governo Italiano, che da 2 mesi, sostanzialmente non si è fatto più sentire.
I lavoratori della Gianetti Fad Wheels sono in strada in queste ore a Carpenedolo per la manifestazione unitaria indetta dai sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, contro i licenziamenti e la chiusura dello stabilimento di Ceriano Laghetto. I 152 licenziamenti conseguenti non riguardano solo lo stabilimento in Brianza, ma anche quello in provincia di Brescia. Qui i posti a rischio sarebbero una decina.
A sostegno della manifestazione sono state indette quattro ore di sciopero, a fine turno in tutte le aziende della “zona Garda” e dell’area industriale di Carpenedolo.
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I lavoratori chiedono il ritiro dei licenziamenti e la reindustrializzazione dell’area di Ceriano Laghetto. Dal Ministero per lo Sviluppo economico, dopo le promesse di inizio agosto, non si sono avute azioni concrete. Domani è attesa la sentenza del Tribunale di Monza sul ricorso presentato dai sindacati circa la legittimità della procedura attivata per i licenziamenti a Ceriano Laghetto. Se il giudice darà ragione ai lavoratori, come accaduto alla Gkn di Campi Bisenzio, ci saranno altri 75 giorni per cercare di trovare soluzioni alternative.
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