Il ricordo, nonostante la pandemia, resta scolpito. A causa dell’emergenza Covid-19 quest’anno gli incontri che ogni 27 gennaio commemorano le vittime della Shoah si terranno a distanza, con eventi trasmessi in streaming o su Youtube.

Il messaggio del Giorno della Memoria resta però lo stesso di sempre: un dovere morale perché, come ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella “Auschwitz rimane il simbolo del male assoluto, un virus micidiale pronto a risvegliarsi e a colpire”. A Saronno, in tutte le scuole alle ore 11 si osserverà un minuto di silenzio “per riflettere – spiega l’assessore alla Cultura Laura Succi – sul passato e su quello che ognuno di noi può fare per creare un mondo dove venga tutelato il diritto alla libertà e alla vita”. E anche la musica e il cinema si fanno strumenti preziosi per la trasmissione della memoria: il gruppo “7grani”, ospite a Saronno in un passato Giorno della Memoria, terrà un concerto in streaming e riproporrà il documentario sulla vicenda di Rado Zuccon, partigiano di origine istriana deportato a Buchenwald. Su Youtube spazio alla letteratura con la presentazione del libro “Oltre la fabbrica – i caduti dell’Isotta Fraschini 1943-1945” scritto da Giacinto Romano Canazza e Maurizio Cicardini e promosso da Anpi Saronno. La Biblioteca civica “Oriana Fallaci” mette a disposizione dei ragazzi libri e Dvd sulla Shoah che raccontano le storie e testimonianze di chi in quel tragico periodo aveva la loro età. La memoria, infine, si trasmette attraverso l’arte: in Via Caronni 2 e in Via Ramazzotti 12 restano visibili le pietre di inciampo in ottone lucido realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig. Le incisioni sono state posizionate l’anno scorso davanti alle abitazioni dei due concittadini saronnesi morti nei campi di sterminio: Luigi Caronni e Pietro Bastanzetti furono deportati entrambi nel 1944 nel lager di Mauthausen, in Austria.
Il 27 gennaio è la data stabilita dall’Assemblea delle Nazioni Unite per ricordare le atrocità dell’Olocausto nazista: in quel giorno del 1945, a pochi mesi dalla fine del secondo conflitto mondiale, le truppe dell’Armata Rossa aprirono i cancelli di Auschwitz, in Polonia, rivelando l’orrore dei campi di concentramento.
Claudio Agrelli
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