Anche a Senago e Baranzate le fabbriche clandestine dei capi d’abbigliamento di lusso firmati Loro Piana.
L’azienda Loro Piana è stata commissariata: un altro brand della grande moda e del lusso è finito al centro delle indagini della procura di Milano per sfruttamento del lavoro.
Indagine dei carabinieri, sfruttamento del lavoro a Baranzate e Senago
Il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della società Loro Piana, al seguito di quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo tutela del lavoro che hanno scoperto laboratori illegali per la produzione di capi, tra cui uno a Senago e uno a Baranzate.
Le indagini avrebbero appurato come Loro Piana abbia affidato la produzione di capi di abbigliamento, tra cui giacche, all’esterno e che la loro realizzazione sarebbe avvenuta in contesti lavorativi di “sfruttamento del lavoro”.
Secondo i pm, le giacche in cashmere con marchio Loro Piana sarebbero state realizzate in laboratori cinesi al costo unitario di un centinaio di euro e rivendute a prezzi tra mille e 3mila euro. Sia chiaro però, che la materia prima, ovvero il prezioso cashmere, veniva fornito dalla stessa casa di moda.
Mappando un pezzo della produzione, è stato scoperto che il capo era stato appaltato ad una società esterna: Loro Piana sarebbe stata consapevole, attraverso un audit interno, che questa società disponeva di appena 7 operaie e quasi nessun macchinario; a sua volta aveva appaltato la produzione a un’altra società, che per l’effettiva produzione dei capi si serviva di altre due società, una di Baranzate e una di Senago, di proprietà di imprenditori di origine cinese.
Senago e Baranzate, violate norme di igiene e sicurezza sul lavoro in laboratori sartoriali illegali che lavoravano per Loro Piana
In queste aziende, secondo i pm, venivano omessi i costi relativi alla sicurezza, vi si trovavano “situazioni abitative degradanti” e i consumi energetici dimostrerebbero che “il lavoro era svolto per tutto il giorno, indistintamente”, compresi sabati, domeniche e giorni festivi, con “retribuzione sotto soglia rispetto ai minimi tabellari”.
L’operazione dei carabinieri del nucleo tutela del lavoro si è conclusa con denunce a vario titolo per caporalato e altro 2 cittadini cinesi titolari, di diritto o di fatto, di altrettante aziende (uno di essi, quello querelato dal lavoratore dipendente sfruttato, era stato tratto in arresto in flagranza di reato), 7 lavoratori non in regola con la permanenza e il soggiorno sul territorio nazionale, nonchè 2 titolari dell’azienda sub-affidataria (cittadini italiani) per violazioni della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Infine sono state comminate ammende pari a 181.482,79 euro e sanzioni amministrative pari a 59.750,00 euro e per i 2 opifici cinesi è stata disposta la sospensione dell’attività per gravi violazioni in materia di sicurezza e per utilizzo di lavoro “nero”
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