È iniziato questa mattina il primo censimento ufficiale degli autovelox in Italia. Polizia Stradale, Carabinieri, Comuni e Province avranno 60 giorni per registrare i propri dispositivi sulla piattaforma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), accessibile dal Portale dell’Automobilista.
Dal 30 novembre scatterà una novità decisiva: gli autovelox non registrati non potranno più essere utilizzati per fare multe.
Autovelox, registrazioni nazionali per poter tornare ad operare
Ogni amministrazione dovrà inserire marca, modello, matricola ed estremi di approvazione, creando così una vera e propria “carta d’identità” elettronica di ogni apparecchio. Per la prima volta sarà disponibile un archivio pubblico e centralizzato: un’operazione trasparenza che metterà fine a stime gonfiate, come quella dei presunti 13mila autovelox in circolazione.
Resta però aperta la questione dell’omologazione. L’articolo 142 del Codice della Strada la rende obbligatoria, ma da 33 anni manca il decreto che definisce modalità e competenze. La Cassazione ha chiarito che approvazione e omologazione non sono la stessa cosa, con il risultato che molte sanzioni sono state annullate insieme alla decurtazione di punti.
Il nuovo censimento, dunque, potrà ridare fiducia ai cittadini sulla legittimità dei controlli, ma il nodo normativo resta irrisolto: senza una regola chiara sull’omologazione, migliaia di verbali continueranno a rimanere in bilico.
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