Bollate, Paolo Bertolino: da commercialista a Ironman.
Classe 1969, Paolo Bertolino è un professionista molto noto in città, ma è anche una figura dalle mille sfaccettature: commercialista di professione, atleta di triathlon nella restante parte del tempo. Qualche volta ama abbandonare le sue dichiarazioni dei redditi e inforcare la sua bicicletta verso una direzione inaspettata: l’Ironman, ossia “Uomo di ferro”.
Di che cosa si tratta? Bertolino lo descrive come un vero e proprio viaggio ma per i meno esperti in materia, potrebbe essere descritta come la sfida più dura e sfiancante del triathlon. L’ultima sfida da Ironman compiuta da Bertolino? I 226 chilometri tra Calella e Barcellona.
Com’è stata questa esperienza? Perché partecipare all’Ironman? Il Notiziario ne parla con Paolo Bertolino.
Ci racconti un po’ la sua storia: quando si è appassionato al triathlon?
“Mi sono avvicinato al triathlon cinque anni fa, si tratta di un amore recente. Ho iniziato quasi per gioco con un’amica, qualche corsetta e qualche giro in bici. Poi ci siamo buttati: ci siamo iscritti alla Deejay Tri. Questa è stata la nostra prima gara e da quel giorno tutto è cambiato. Si tratta di una vera e propria disciplina per me, un modo di vivere”.
L’Ironman è la competizione più dura del triathlon: come si è preparato?
“L’Ironman non richiede solo una preparazione fisica, è fondamentale che la mente sia pronta ad affrontare una prova del genere. Si tratta di un vero e proprio viaggio, una gara estrema che richiede 70% cervello e 30% alimentazione e preparazione fisica. Ogni aspetto della mia preparazione viene seguito da figure specifiche: dal nutrizionista fino al meccanico di fiducia. Di conseguenza ogni tratto della mia vita è cambiato, ora ad esempio consumo 6 pasti al giorno e 4mila calorie per riuscire ad affrontare l’Ironman”.
Prima hi citato anche il suo meccanico: è così importante avere una bici ben collaudata?
“Il meccanico è fondamentale. Il mio, Alessandro Abbona, è diventato per me una figura di fiducia. Per quale ragione? La bicicletta per chi sceglie l’Ironman diventa una vera e propria compagna di viaggio, proprio per questo merita ogni forma di cura e attenzione, altrimenti rischio di buttare via mesi e mesi di preparazione”.
Così dopo questa lunga preparazione ha scelto di iscriverti all’Ironman in Spagna. Oltre 2500 concorrenti e 226 chilometri scanditi a ritmo di corsa, nuoto e pedalate. Ci parli di quest’esperienza…
“Si tratta di un’esperienza spettacolare. Per me l’Ironman è un viaggio da godersi: qui in Spagna ho ammirato l’alba, nuotato in un mare splendido e dopo aver inforcato la mia bici, ho assaporato la bellezza di paesaggi indimenticabili”.
Detta così sembra quasi un’esperienza idilliaca. Ci sono stati dei momenti difficili durante la gara in Spagna?
“Assolutamente. Ho avuto un vero e proprio momento di blackout tra il ventunesimo e il ventisettesimo chilometro. Ho avuto un forte calo glicemico che mi ha davvero bloccato per qualche istante. La mia salvezza? Delle crostatine alla frutta”.
Tanta fatica e tanta passione: perché partecipare ad una gara così impegnativa?
“Questo tipo di gara ha completamente cambiato il mio approccio alla vita, la affronto con maggiore tranquillità e consapevolezza. L’Ironman mi ha fatto comprendere il potenziale che ognuno di noi ha e come spesso scegliamo di non sfruttarlo, impigrendoci e lasciandoci andare. Con l’Ironman ho compreso che il nostro copro non ha limiti, siamo noi a stabilirli”.
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