A Bollate si proverà a tracciare il Dna dei cani per scovare chi sporca.

Sono sempre più numerose le segnalazioni che arrivano alla nostra redazione, ma anche all’Amministrazione comunale di Bollate, per segnalare la grave situazione igienica di certe strade legata alle deiezioni canine.
E’ di un mese fa l’articolo in cui raccontavamo della commerciante che ha messo fuori dal suo negozio bottigliette d’acqua a disposizione dei proprietari di cani che fanno pipì sui marciapiedi, perché per lo meno vi gettino dell’acqua sopra, ma quasi ogni settimana riceviamo proteste di bollatesi che lamentano lo sporco che lasciano i cani e che troppi proprietari non puliscono.
Forti delle innumerevoli proteste dei cittadini, abbiamo chiesto al Comune che cosa si stia facendo di concreto (di concreto, non con generiche campagne educative che ad oggi non hanno dato alcun risultato) per risolvere questo problema.
Abbiamo così scoperto che l’assessore Ida De Flaviis sta lavorando a un progetto importante, anche se, va detto, di non facile attuazione.
Ida De Flaviis si è recata al comune di Malnate, 20mila abitanti circa in provincia di Varese, per studiare il sistema del tracciamento del Dna delle feci canine, che quel comune ha attuato da tempo e che si sta rivelando un successo.
In sostanza, prelevando un campione di feci abbandonate su suolo pubblico è possibile risalire al Dna del cane e dunque multare il proprietario.
Un’operazione che, grazie alla stretta collaborazione della Polizia locale, a Malnate ha dato ottimi risultati. C’è però un problema affinchè si possa attuare questo sistema: perché il controllo funzioni, non basta che tutti i cani siano iscritti all’anagrafe canina (cosa che è già obbligatoria), ma occorre avere anche una banca dati del Dna di tutti i cani.
Malnate lo ha fatto inserendo nel Regolamento comunale di Igiene ambientale l’obbligo di recarsi da un veterinario convenzionato e fare al cane il test salivare per prelevare il Dna.
Anche Bollate, se davvero vuole affrontare il problema, dovrà imporre tale obbligo, ma ovviamente molti non lo seguiranno proprio per evitare di essere scoperti quando non raccolgono gli escrementi.
E qui subentra il ruolo della Polizia locale, che dovrebbe controllare tutti i cani in circolazione e multare i padroni che non hanno fatto fare il test del Dna. E’ complicato? Certo, ma fare la Ztl fu molto più complicato, però fu fatta (e forse oggi, col traffico che ci sta soffocando, saremmo contenti di averla).
E d’altra parte il futuro è quello, perché dall’1 gennaio prossimo il test del Dna sui cani sarà obbligatorio in tutta la provincia dell’Alto Adige, ed è solo l’inizio. Bollate deve soltanto decidere se a questo futuro arrivarci per prima o per ultima.
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