“La figlia degli Aluxes”: il primo romanzo della scrittrice bollatese Monica Americo.
Sentimenti, esperienze di vita e il fascino della cultura antica dei Maya sono tra gli aspetti che caratterizzano il libro “La figlia degli Aluxes”, opera d’esordio della scrittrice bollatese Monica Americo che ha saputo trarre ispirazione dalle proprie esperienze personali per creare una storia dove le scelte spesso vedono un confronto tra la mente e il cuore, tra la sicurezza e le nuove opportunità.
La vita della scrittrice ha fornito l’ideale base su cui intrecciare il romanzo nel quale, tra fantasia e realtà, si possono trovare elementi romantici e spunti di riflessione su temi con cui ciascuno potrebbe doversi confrontare nell’arco della propria vita.
Monica Americo, che ora lavora per una banca giapponese, nel 2000 si trasferì in Messico a Playa del Carmen dove ha vissuto per 8 anni seppure l’iniziale intenzione era di una permanenza decisamente più breve.
Al suo ritorno in Italia ha deciso di trascrivere i ricordi di quell’esperienza considerata meravigliosa affinché non andassero perduti, poi però durante il lockdown è nata l’idea di raccontarli attraverso un romanzo che è stato sottoposto a diverse case editrici attente a chi è agli esordi, scegliendo di non percorrere la strada dell’autopubblicazione, fino alla collaborazione con la Brè Edizioni.
Protagonista del libro è Nicole, una ragazza di Milano che non sente una particolare esigenza di evadere da una soffocante realtà, ma la fine di un grande amore e l’amicizia con una ragazza messicana la porteranno a vivere un’esperienza all’estero.
A delusioni, sconfitte, difficoltà in una terra straniera e lontananza dalla famiglia si contrappone la forza dell’amicizia con il carismatico Enrique, la solare Paula e la coinquilina Estela.
Ma il racconto, in una forma volutamente non cronologica, si sviluppa in tre parti dove nella prima si racconta di Luna, la figlia di Nicole che a vent’anni decide di tornare in Messico, la sua terra natale.
Nella seconda c’è il salto a ritroso nel tempo quando fu Nicole ad annunciare la sua partenza, ed è proprio in questa parte che emergono i riferimenti alla cultura Maya scoprendone le leggende ad esempio con la descrizione del rito di purificazione “temazcal”, i luoghi sotterranei sacri per gli antichi chiamati “cenotes”, e gli “Aluxes”, misteriosi esseri che popolavano la terra e che hanno ispirato il titolo e dato spunto per uno sviluppo fantasy di questa parte dell’opera.
Nella terza parte Nicole e Luna si risvegliano dopo una nottata in cui si sono scambiate confidenze sulle proprie esperienze in Messico così che tutti i tasselli troveranno il proprio posto consentendo a Luna di tornare dove tutto è iniziato.
Curiosamente la molla che ha dato lo spunto decisivo è giunta casualmente sul posto di lavoro dove una persona entrando nell’ufficio ha detto di avere sogni e ambizioni a differenza dell’autrice e delle colleghe alle scrivanie.
Monica Americo oltre a non aver gradito l’etichetta di persona “banale” senza che si conoscesse la sua storia, si è però anche chiesta se questa non fosse l’impressione data, decidendo perciò di ricorrere alla scrittura per raccontare il proprio vissuto.
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