Il caso di un ragazzo d Bollate finito a processo per avere mentito nell’autocertificazione sugli spostamenti in zona rossa ha fatto il giro d’Italia
C’è un ragazzo bollatese di 24 anni che è diventato “famoso” per aver vinto, grazie al suo avvocato Maria Erika Chiusolo, una causa di cui in molti hanno parlato.
In sostanza, il giudice per l’udienza preliminare Alessandra Del Corvo ha sentenziato che sull’autocertificazione che si sottoscrive in caso di controlli Covid delle forze dell’ordine non c’è l’obbligo di dire la verità.
O meglio, dire il falso non comporta sanzioni penali. La questione è un po’ complessa e per questo abbiamo contattato direttamente l’avvocato Maria Erika Chiusolo, dello studio legale Carugo-Chiusolo di Lainate, così da ricostruirla con precisione.
Il 24enne bollatese lavorava come tirocinante in un negozio del centro di Milano e nel marzo 2020, a inizio pandemia, era stato fermato a Cadorna dalla Polizia. Aveva detto di stare rientrando a casa a Bollate dal negozio, un agente aveva verificato con una telefonata ma gli era stato risposto che quel giorno il bollatese era di riposo. Il giovane si è così trovato con una denuncia per falso con tanto di procedimento penale.
E’ stato emesso il decreto penale: 2250 euro da pagare e 15 giorni di tempo per fare opposizione.
L’avvocato Chiusolo ha ricevuto l’incarico di opporsi chiedendo il rito abbreviato. Ha ricostruito la vicenda raccogliendo le prove che in realtà il 24enne andava assolto perché lui quel giorno era davvero andato al lavoro: lo dimostravano le carte e c’era anche un testimone disposto a confermarlo.
Ma tutto ciò non è stato necessario perché in realtà l’avvocato nelle premesse della memoria difensiva aveva anche sottolineato che l’articolo 483 del Codice penale (in base al quale era arrivata la condanna penale con la sanzione di 2250 euro) non si poteva applicare, poiché manca una legge che regola la fattispecie delle autocertificazioni.
Al momento del processo anche il Pubblico Ministero, che rappresenta l’accusa, ha chiesto l’assoluzione proprio per la mancanza di un supporto legislativo, così il Gup Alessandra Del Corvo non è nemmeno entrata nello specifico della vicenda, non ha neppure analizzato i documenti che provavano che il bollatese aveva detto la verità: lo ha assolto poiché il fatto di dire il falso nell’autocertificazione non costituisce reato.
L’avvocato Chiusolo ci spiega che il ragazzo bollatese non si sente un paladino della guerra alle autocertificazioni, perché lui aveva detto la verità e in quella situazione si è trovato probabilmente solo per un errore.
E’ comunque sempre bene ricordare che per chi mente, sebbene non valga la condanna penale, c’è sempre la sanzione amministrativa che attualmente è fissata in 400 euro di multa.
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