Bollate, Rosa e Olindo: parla Edoardo Montolli, lo scrittore che da anni grida la loro innocenza.
È forse uno dei casi di cronaca nera che ha interessato e diviso di più l’opinione pubblica, parliamo della “Strage di Erba”, in cui persero la vita Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.
Una vicenda che ha un doppio legame con Bollate. Innanzitutto perché Rosa sta scontando la condanna all’ergastolo nel “Carcere di Bollate”, in secondo luogo perché c’è un giornalista, Edoardo Montolli, che è originario di Rho ma che Bollate anni fa ha ospitato e perfino premiato per un libro giallo che ambientò nel nostro territorio.
Ebbene, proprio Montolli è colui che sin dall’inizio ha denunciato che non sono Rosa e Olindo i veri colpevoli. Settimana scorsa è giunta la notizia clamorosa: il procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser ha chiesto la revisione del processo, sostenendo che tutto l’impianto accusatorio va rimesso in discussione poiché contiene gravi lacune. Ma allora Montolli aveva ragione? Noi a questo punto abbiamo contattato e intervistato Montolli, che da voce inascoltata ora assume tutt’altro spessore.
Dopo la terribile strage si è arrivati a sospettare di Rosa e Olindo a causa di una presunta testimonianza di Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini ed unico superstite della strage. Presunta testimonianza perché è proprio da qui che parte un’inchiesta parallela ad opera di due giornalisti, Felice Manti ed Edoardo Montolli. Dalla collaborazione dei due giornalisti è stato pubblicato nel 2008 il libro “Il grande abbaglio” disponibile anche in versione ebook con aggiornamenti e nuove inchieste.
Bollate: Rosa e Olindo, le opinioni di Montolli
Un libro che oggi potrebbe rivelarsi profetico. Ma da dove partono le convinzioni di Montolli? “Sono convinto dell’innocenza di Rosa e Olindo sin dal novembre 2007 – ci racconta – quando, grazie a Felice Manti, ho potuto leggere con attenzione le carte del processo e da lì capii che qualcosa non andava. Mario Frigerio, l’unico testimone, aveva riconosciuto una persona dalla pelle olivastra e non c’era nessuna traccia dei due coniugi nell’abitazione di Raffaella Castagna, così come nessuna traccia delle vittime in casa di Rosa e Olindo Romano”.
Il 10 gennaio 2007, davanti ai magistrati, i Romano ammettono, separatamente, di essere gli esecutori della strage, mentre il 10 ottobre dello stesso anno, di fronte al Gup che dovrà decidere se aprire o meno il processo, Olindo dichiara di essere innocente e ritratta infatti la sua confessione. Anche la moglie Rosa ritira le sue dichiarazioni. Il 26 novembre 2008 i due coniugi vengono condannati all’ergastolo.
Rosa e Olindo, le confessioni
“Ancora oggi si parla di confessioni dettagliate da parte di Rosa e Olindo, ma non è così. Chi dice ciò non ha letto bene le carte – commenta Montolli – ho raccolto molto materiale e audio e sono disponibili anche sul mio canale YouTube “Frontedelblog”.
Il “famoso” video di Rosa Bazzi in cui racconta come ha compiuto la strage, in realtà, non è una testimonianza, ma è l’estratto di un colloquio con lo psichiatra Massimo Picozzi, una strategia difensiva atta a dichiarare lo stato di incapacità mentale della donna”. Ma c’è un altro aspetto della vicenda che spinge Montolli a proseguire verso la sua strada: la lettera inviatagli da un marocchino nel 2008 in cui raccontava di faide tra marocchini per questioni di droga. Montolli è riuscito solo dopo 15 anni ad incontrare il marocchino che avrebbe raccontato che “nella casa di Raffaella c’era sempre del denaro nascosto. E oggetti scambiati con la droga. Messi in cantina”.
Riferisce inoltre di una lite furibonda avvenuta con alcuni marocchini un anno prima degli omicidi conclusasi con un accoltellamento. Intanto dal carcere Olindo, proprio in questi giorni, ha rilasciato un’intervista in cui ancora una volta dichiara l’estraneità sua e della moglie per quel terribile delitto. “Lo voglio ribadire ancora una volta: io e Rosa con la strage di Erba non c’entriamo niente. Mi auguro che la revisione del processo venga accolta, il futuro lo immagino con Rosa fuori dal carcere, finalmente liberi”.
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