Garbagnate è una fucina di talenti.
Riccardo Levato, di Garbagnate, sta avendo enorme successo in ambito scientifico. E il “genio” garbagnatese che fa crescere la stampa 3D applicata alla biologia.
Il settore delle eccellenze italiane brilla negli ambiti accademici e un “portabandiera” è sicuramente Riccardo Levato, garbagnatese di 34 anni, che ha conseguito un prestigioso riconoscimento europeo per la sua ricerca nel campo della stampa 3D applicata alla medicina.
Il Notiziario ha contattato Riccardo a Utrecht (Paesi Bassi) da dove, dal 2015, è impegnato in questo campo di ricerca presso l’University Medical Center.
Un vero e proprio “cervello in fuga” quello di Riccardo, che dopo la laurea al Politecnico di Milano ha lasciato l’Italia per Barcellona prima e l’Olanda subito dopo, dedicandosi allo studio del funzionamento della biologia.
Il suo lavoro e quello del suo team ha portato, quest’anno, a un prestigioso riconoscimento: l’Erc, l’European research council ha assegnato un sovvenzionamento per la stampante 3D messa a punto da Riccardo e il suo gruppo di ricerca; una stampante 3D in grado di riprodurre parti del corpo umano, comprese le cellule viventi, in pochi minuti.
Ciò consente di realizzare modelli individuali di parti di un paziente, utili, ad esempio, per testare medicinali all’esterno del corpo.
“Da tempo – ha spiegato Riccardo al Notiziario – la stampa 3D è utilizzata per creare tessuti umani, utili come rimpiazzo di modelli animali per vedere gli effetti di farmaci, per stampare cellule vive.
Ma le tecniche delle cellule stesse, che hanno bisogno di certe condizioni per vivere”.
“Il nostro nuovo metodo di stampa utilizza la luce blu, non stampa più creando uno strato dopo l’altro ma lavora sull’intero volume. Viene proiettata un’immagine da più angolazioni, come se fosse un ologramma, che si indurisce quasi immediatamente”.
Nasce il bioprinting volumetrico. Cosa significa aver vinto questo riconoscimento, sia a livello personale che per la ricerca?
“L’Erc eroga bandi annuali per progetti europei, è molto difficile essere selezionati e i finanziamenti accordati sono davvero importanti. A noi è stato assegnato un milione e mezzo di euro in cinque anni. È un riconoscimento prestigioso, sono molto, molto felice. Sento tanta soddisfazione ma anche speranza di portare avanti questa tecnologia per realizzare modelli di midollo osseo. Sarà così possibile studiare leucemie e realizzare modelli personalizzati per ogni paziente, osservando lo sviluppo delle malattie o le reazioni ai farmaci”.
Con questo modo di stampa 3D è possibile stampare oggetti tridimensionali come una valvola cardiaca, un pezzo di femore o un menisco alla velocità della luce. I ricercatori possono anche aggiungere le cellule staminali del corpo al gel. Ciò consente ai ricercatori di riprodurre rapidamente e accuratamente parti di un paziente, in modo che possano studiare i processi biologici al di fuori del corpo.
Crede, un giorno, di tornare in Italia con il suo lavoro?
“Sicuramente, grazie anche a questo riconoscimento, starò ancora qui in Olanda per qualche anno. Inoltre, il mio team e le risorse utili per sviluppare questo progetto sono tutte qui. Vorrei tornare a casa per rivedere la mia famiglia ma anche la situazione sanitaria mondiale non ci sta aiutando”.
Conosciute fino ad oggi richiedevano molto tempo per stampare qualcosa di grande qualche centimetro e questo era compromettente per la sopravvivenza.
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