Renato Vallanzasca, l’ex boss della banda della Comasina con oltre 50 anni di detenzione e una condanna a “fine pena mai”, è stato trasferito dalla prigione di Bollate a una struttura assistenziale in regime di detenzione domiciliare.
Vallanzasca trasferito in una Rsa in regime di arresti domiciliari
La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha accolto la richiesta di differimento pena per una grave forma di decadimento cognitivo, sostenuta dagli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi e avallata dalla Procura generale.
Durante l’udienza del 10 settembre, il sostituto pg Giuseppe De Benedetto ha confermato la diagnosi di demenza e l’incompatibilità di Vallanzasca con la detenzione carceraria. Ha dichiarato che è il momento di modificare la condizione detentiva, con il trasferimento in una struttura specializzata che ha accettato di ospitarlo.
Vallanzasca, condannato a 4 ergastoli, lascia il carcere dopo 52 anni, andrà in una struttura per malati di Alzheimer
Il 74enne, condannato a quattro ergastoli anche per omicidi, ha partecipato all’udienza. La giudice Carmen D’Elia e la collega Benedetta Rossi hanno esaminato le relazioni, comprese quelle del servizio di medicina penitenziaria, che documentano la sua condizione di non autosufficienza, che ha portato a paranoia, deliri notturni e frequenti ricoveri ospedalieri.
I difensori hanno sottolineato che le sue condizioni non gli permettono di comprendere il senso della pena. Un neurologo penitenziario aveva segnalato a luglio che Vallanzasca aveva perso completamente il controllo e necessitava di trasferimento in una struttura per malati di Alzheimer.
I medici di Bollate avevano confermato il suo stato di disorientamento e comportamenti inadeguati. La difesa ha trovato disponibilità nella più grande struttura veneta per malati di demenza, collegata alla Chiesa, in provincia di Padova. In precedenza, nel maggio 2023, il Tribunale di Sorveglianza aveva rigettato una richiesta simile per il mancato individuamento di una struttura idonea.
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