Ultima settimana di apertura per la sede Inps di Cesano Maderno, a cui fanno riferimento anche i cittadini di Lentate sul Seveso, Barlassina, Seveso, Lazzate, Misinto, Cogliate, Ceriano Laghetto e Limbiate. Dal 19 ottobre, dovranno tutti recarsi a Desio nella sede di via Roggia Traversi, decisamente più scomoda da raggiungere sia con i mezzi pubblici che in auto.
La decisione è stata comunicata dalla direzione regionale Inps, facendo riferimento all’”inagibilità dell’attuale struttura”. Nell’attuale sede di Cesano Maderno, dove l’Inps è in affitto in una proprietà privata, ci sono problemi all’impianto di riscaldamento che non potrà essere riattivato.
“Se il problema è solo quello della caldaia, ci sono già altri ambienti pronti da subito ad accogliere l’Inps, per esempio nella vicina Limbiate” -dice il consigliere regionale Andrea Monti, di Lazzate. “Se dietro questa decisione improvvisa invece c’è dell’altro, allora l’Inps deve dirlo chiaramente, smettendola di prendere in giro le istituzioni e i cittadini e spiegando perché in nome della razionalizzazione si va sempre nella direzione di ridurre i servizi ai cittadini, creando loro dei disagi evidenti”.
Proprio il sindaco di Limbiate, Antonio Romeo, ha infatti avanzato la proposta di mettere a disposizione in tempi rapidissimi i locali comunali liberati nei mesi scorsi dai Servizi sociali. “Basta un’imbiancatura e sono pronti, con tutte le utenze e i servizi necessari” -ha spiegato il sindaco di Limbiate.
Più di qualcuno infatti, sospetta che la questione della caldaia rotta sia solo una “scusa” utilizzata dall’Inps per accelerare i tempi della chiusura dello sportello di Cesano Maderno.
La decisione di lasciare l’attuale sede di Cesano Maderno infatti era già chiara più di un anno fa, quando il Comune di Cesano Maderno, insieme alla direzione Inps, ha trovato e messo a disposizione una sede alternativa, più piccola e molto meno costosa dell’attuale, in via Fermi (attuale Settore tecnico comunale), che però sarà disponibile solo dal prossimo mese di giugno.
Ma il direttore regionale Inps Giovanni Di Monde, ha parlato di una decisione che “si inserisce in un processo di razionalizzazione degli spazi e dei costi, avviato dal nostro ente a livello nazionale e raccomandato dal Mef in qualità di Ministero vigilante”.
Contro questa decisione si stanno mobilitando anche i sindaci dei 9 comuni coinvolti, i cui cittadini rischiano di subire dei notevoli disagi.
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