Condanna all’ergastolo per i responsabili dell’omicidio dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, di Limbiate, ucciso insieme al carabiniere di scorta, Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo. La pubblica accusa aveva chiesto la pena di morte, la difesa aveva chiesto invece un’assoluzione per non aver commesso il fatto o almeno per dubbi sulla responsabilità degli accusati.
La famiglia di Luca Attanasio si era schierata apertamente contro la pena di morte e la stessa moglie Zakia Seddiki con l’associazione Mama Sofia fondata insieme a Luca aveva avviato una raccolta firme online per chiedere che non venisse inflitta la pena di morte. Sono state già raccolte 25 mila firme.
Condanna all’ergastolo per gli assassini dell’ambasciatore Luca Attanasio
Al processo in Congo c’erano 5 imputati, il sesto, ritenuto il capobanda, è ancora ricercato.
Il padre di Luca Attanasio, Salvatore, ha espresso soddisfazione per il fatto che la sentenza non ha comminato la pena di morte ma l’ergastolo, come richiesto dalla stessa famiglia che per questo aveva rinunciato alla costituzione di parte civile.
Omicidio Attanasio, attesa per il processo di Roma
Adesso però i famigliari attendono l’altro processo, quello italiano, che si aprirà il 25 maggio a Roma e vede imputati i due funzionari del programma alimentare mondiale accusati di non avere garantito adeguata protezione, seguendo i protocolli necessari, per il trasferimento dell’ambasciatore italiano.
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