Uno dei dieci migliori istituti di ricerca sul cancro del mondo è in Italia, e più precisamente a Milano. Stiamo parlando del Niguarda Cancer Center, un dipartimento di ricerca in campo oncologico creato all’inizio del 2013 all’interno dell’ospedale Niguarda-Ca’ Granda di Milano, di cui l’oncologo Salvatore Siena è coordinatore scientifico.
Una scelta brillante se il dipartimento, in soli tre anni di attività, è riuscito a guadagnarsi l’ambitissimo riconoscimento della Thomson Reuters, grande agenzia internazionale che valuta le scoperte in campo medico e scientifico compiute da enti e istituti di tutto il mondo.
E la cosa più sorprendente, e positiva, è che tutto il lavoro svolto dai ricercatori è stato finanziato dall’Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e dalla Fondazione Oncologica Niguarda, una onlus di ricerca no-profit nata all’interno della struttura, tutte sostenute anche con il nostro 5X1000. Niente case farmaceutiche alle spalle quindi.
La motivazione di un riconoscimento tanto importante? L’ospedale Niguarda è ben noto per le sue molte eccellenze e infatti è meta di pazienti che non solo provengono da tutta l’Italia, ma spesso anche dall’estero.
Il lavoro di ricerca che ha permesso all’istituto di scalare la classifica mondiale, è stato incentrato questa volta sui tumori dell’apparato polmonare e gastroenterico, e principalmente sul tumore del colon-retto.
Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità , dopo quello della mammella nella donna e il terzo dopo quello del polmone e della prostata nell’uomo.
La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne.
In Italia, si stima che questo tumore colpisca circa 40.000 donne e 70.000 uomini ogni anno. L’incidenza è in aumento nella popolazione femminile per via delle abitudini di vita sempre più uniformi tra i due sessi.
Senza entrare in tecnicismi la ricerca è stata incentrata sullo studio di tumori del colon-retto positivi per il gene HER2 mutato. Questo gene, finora coinvolto prevalentemente nel cancro del seno, è infatti responsabile anche di una piccola percentuale, circa il 5%, di forme di cancro del colon-retto resistenti alle altre terapie. I farmaci utilizzati sono stati il lapatinib e trastuzumab insieme, e hanno dato ottimi risultati su pazienti con una patologia già avanzata, riuscendo a bloccare l’evoluzione delle metastasi.
Inoltre è stata perfezionata una metodica per monitorare l’insorgenza di mutazioni del Dna con un semplice campione di sangue. Fatto che consente di testare l’andamento delle terapie oncologiche, diagnosticando precocemente l’eventuale resistenza ai farmaci e di “aggiustare” le terapie in modo sempre più personalizzato.
La ricerca comunque prosegue: è stato intrapreso un nuovo studio chiamato MoTriColor, che è finanziato dalla Commissione Europea e che coinvolgerà dieci centri di eccellenza distribuiti in quattro nazioni: Italia, Spagna, Olanda e Belgio, tra cui chiaramente anche Niguarda. Studio che viene considerato nel mondo scientifico tra i più promettenti del futuro nelle terapie anticancro.
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