Facendo due conti un dato è certo: noi esseri umani trascorriamo circa un terzo della nostra vita a dormire. E dormire, così come mangiare e bere, non solo è importantissimo per il nostro benessere, ma addirittura vitale. Tanto che proprio per sottolineare l’importanza di un corretto riposo il 16 marzo, in oltre settanta paesi, si celebra la Giornata mondiale del sonno, istituita nel 2008 dalla World association of sleep medicine con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del sonno e sui relativi costi per la collettività. La ricorrenza è annuale e coincide con il venerdì che precede l’equinozio di primavera.
Nell’uomo, e in generale nei mammiferi, il sonno svolge funzioni essenziali e primarie, ad esempio servirebbe per reintegrare il tessuto cerebrale, è essenziale per la regolazione del metabolismo nei bambini e può influenzare i processi di memoria.
I disturbi del sonno sono abbastanza comuni e colpiscono molte persone, pregiudicando talvolta la loro qualità della vita. Fino al 45 per cento della popolazione mondiale ne soffre, mentre nel nostro Paese un italiano su cinque riposa male e uno su quindici soffre di insonnia cronica. Secondo gli specialisti la maggior parte dei problemi legati al sonno è prevenibile o curabile, tuttavia meno di un terzo delle persone che ne sono afflitte si rivolge a professionisti.
I problemi di salute legati al sonno hanno notevoli ricadute economiche: basti pensare che negli Stati Uniti i costi annuali dell’insonnia si aggirerebbero tra i 92,5 e 107,5 miliardi di dollari.
La scarsa qualità del sonno aumenterebbe in particolare il numero di incidenti e potrebbe influire negativamente anche sull’efficienza lavorativa.
Il World Sleep Day è quindi un invito a rispettare i ritmi sonno – veglia per migliorare la qualità della vita.
Quante ore bisognerebbe dormire? Non esiste una regola valida per tutti, ma negli ultimi anni i dati parlano chiaro: si dorme sempre meno e sempre peggio.
Nel 1942 appena l’8% della popolazione mondiale dormiva solo sei ore o meno a notte. Nel 2017 siamo arrivati al 50%, uno su due in pratica.
Le cause? La diffusione dell’energia elettrica in tutto il globo, ma soprattuttto l’iper connessione, che tiene “accesi” soprattutto i più giovani.
L’allarme viene da Luigi Ferini-Strambi, professore di Neurologia e direttore del Centro di terapia del sonno dell’ospedale San Raffaele di Milano: sono sempre di più gli under 20 che finiscono addirittura in terapia per disturbi legati al riposo.
Secondo recenti studi il non dormire porta alla formazione e all’accelerazione di malattie come l’Alzheimer, il diabete, l’obesità, le malattie cardiovascolari. Nel caso dei turnisti, costretti per lavoro a restare svegli la notte, cresce il rischio di sviluppare l’ipertensione.
I danni causati dalla mancanza di sonno o da un sonno frammentato e poco ristoratore sono stati evidenziati anche da uno studio della Fondazione Veronesi, che ha sottolineato come lo scarso riposo, in termini qualitativi e quantitativi, possa ripercuotersi sul buon funzionamento dell’organismo. Primo fra tutti sul cuore, perché l’insonnia e/o i frequenti risvegli notturni inducono sbalzi pressori che possono aumentare il rischio di pressione alta e altri problemi cardiovascolari, ma anche sul metabolismo. Il cattivo sonno si associa a maggiori probabilità di sviluppare sovrappeso e obesità e patologie ad essi dipendenti come il diabete di tipo 2. Senza poter escludere nemmeno stati di nervosismo, irritabilità, ansia, e un abbassamento generale delle difese immunitarie.
Quali sono i campanelli d’allarme? Per prima cosa il non riuscire a prendere sonno entro 30 minuti da quando ci si è coricati; dormire per meno dell’85% della notte (o del tempo) a letto; svegliarsi più di una volta per notte e restare svegli più di 20 minuti dopo essersi addormentati una prima volta.
Quali sono quindi i consigli degli esperti per evitare questi problemi?
In apparenza semplicissimi, eppure non così semplici da applicare: cenare almeno 3 ore prima di coricarsi e evitare spuntini serali, evitare il consumo di alcool e di bevande eccitanti la sera, evitare l’attività fisica che dovrebbe terminare almeno 3 ore prima di andare a dormire, così come tutte quelle attività che “ci tengono svegli”, prima tra tutte quelle legate all’uso di pc e affini.
Inoltre bisognerebbe mantenere la temperatura della stanza tra i 15 e i 20 gradi e allontanare tutti i dispositivi elettronici. La tisana e il buon vecchio libro? Se siete lettori “cronici” lasciate perdere, vi ritrovereste alle 3 del mattino ancora intenti a divorare il vostro romanzo preferito…
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