Dovremo lavorare fino a 100 anni? La domanda sorge spontanea, dopo la diffusione della notizia secondo cui sarebbe in corso la sperimentazione di un farmaco che potrebbe allungare la vita di molto… nello specifico fino ai 120 anni.
La ricerca della “fonte dell’eterna giovinezza” non è certo una novità: sul tema si sono sprecati miti e poemi fin dall’antichità, ma è proprio negli ultimi anni che la sua versione moderna, il fenomeno dell’anti-aging, è entrato con prepotenza nell’immaginario collettivo: dall’alimentazione super curata, a base spesso di super alimenti dalle spiccate proprietà antiossidanti, per passare ai cosmetici, sempre più tecnologici e preformanti, ma anche alla riscoperta di prodotti naturali da sempre utilizzati per contrastare i segni dell’invecchiamento. Insomma tutto ciò che può essere utile a rallentare l’invecchiamento cellulare ha conquistato fette di mercato sempre crescenti.
Certo, uno stile di vita sano, alimentazione corretta, adeguata attività fisica e prodotti giusti non possono che giovare, ma certamente non possono fare miracoli.
I “miracoli” invece potrebbe farli la scienza con un farmaco che potrebbe allungare la vita umana anche fino a 120 anni.
Il farmaco in questione è la metformina, solitamente utilizzato per la cura del diabete, e che, sperimentato sugli animali, avrebbe dimostrato, durante ricerche durate anni, di allungare la vita media degli animali trattati.
Adesso la Food and Drug Administration degli Stati Uniti a ha dato il via libera ai test sugli esseri umani, che inizieranno proprio nel 2018.
I risultati che si aspettano i ricercatori sono a dir poco ambiziosi: un 70enne potrebbe biologicamente “arretrare” all’età di un 50enne.
Il concetto è molto semplice, come hanno spiegato i consulenti della ricerca sulla metformina: se il processo di invecchiamento viene rallentato, rallenterebbero tutte le malattie e le patologie croniche connesse all’età.
Una buona notizia in cui sperare o un’ennesima chimera che ci si potrebbe ritorcere contro?
Insomma, se davvero l’aspettativa di vita dovesse aumentare così tanto, la cosa avrebbe anche grandissime ripercussioni socio – economiche.
Liberati dai tumori precoci, dall’artrosi, ma anche dai più semplici acciacchi dovuti all’età, non penseremo certo di goderci la meritata pensione in santa pace e soprattutto in salute. Toccherà lavorare più a lungo: se si allunga la vita organica, si allungherà anche quella lavorativa. Questa è l’unica certezza al momento: nei paesi sviluppati negli ultimi 50 anni infatti l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente, anche senza farmaci miracolosi e le conseguenze socio – economiche sono sotto gli occhi di tutti.
Si comincia a lavorare e a essere economicamente indipendenti molto tardi, magari dopo i 30 anni, quando un tempo a 30 non si era vecchi, ma quasi; si mette su famiglia a 40 anni, si fanno figli anche a 45-50 anni e si va in pensione, quando va bene, a un’età in cui i nostri nonni, spesso e volentieri, riposavano già al Camposanto.
Siamo proprio sicuri di volerla davvero questa promessa di eterna giovinezza?
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