L’Holter ECG è un esame diagnostico che permette di registrare l’attività elettrica del cuore continuativamente per un periodo di 24 o anche 48 ore.
“Un esame non invasivo che però viene spesso prescritto senza indicazioni specifiche”, spiega il direttore della Cardiologia di Rho e del Dipartimento di Medicina, Giuseppe De Angelis.
“Il test di Holter, alias ECG dinamico, come altre indagini cardiologiche e non, purtroppo soffre della sovra-prescrizione, nel senso che esso viene richiesto ancora molto senza un’indicazione corretta da parte del medico prescrittore, come si può osservare dalle varie survey di valutazione costo/beneficio e appropriatezza disponibili.
Tale metodica, sebbene ormai vetusta, è stata abbondantemente sorpassata da altre più specifiche e sensibili per la valutazione delle aritmie, come la fibrillazione atriale parossistica, sincopi e ischemie miocardica”.
“Nonostante ciò, viene ancora molto richiesto senza che ciò comporti, tra l’altro, un miglioramento diagnostico e clinico nel rispetto del rapporto costo/beneficio. Se si pensa che per identificare una grave malattia cardiovascolare occorre fare un numero di Holter pari a un costo di 25mila euro, non assolutamente accettabile, nel senso che con molto meno risorse si arriva a fare diagnosi di malattie perniciose ricorrendo ad altre diagnostiche più sensibili e specifiche.
Ecco l’appropriatezza – continua De Angelis – se consideriamo la motivazione per cui viene richiesto tale esame, rintracciabile dalla ricetta stessa, si osserva spesso l’inappropriatezza e non conformità secondo le linee guida specialistiche”.
Giuseppe De Angelis tiene anche a sfatare falsi miti come quello che ritiene indispensabile mettere l’Holter per prevenire effetti ischemici.
“Niente di più falso: la probabilità che un esame Holter identifichi eventi ischemici è del 1%, cioè niente. Se il sospetto è quello ischemico, è molto più utile ed efficace al fine della diagnosi l’esecuzione di altri test, come la prova da sforzo, l’ecostress, scintigrafia, risonanza cardiaca etc. – e lo stesso vale per le aritmie: non è certamente l’esame dirimente per identificare con certezza l’incidenza e la pericolosità delle stesse.
Questi sono i limiti del test ed è per questa che dovrebbe essere impiegato sempre meno, a favore di altre diagnostiche più moderne con potere predittivo positivo di patologie più elevato. Concludendo, questo esame è, quindi, ancora fin troppo richiesto per le informazioni e utilità che può fornire al medico nell’ambito della soddisfazione diagnostica”.
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